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(WSI) –
Non ha provato a vendere la Fontana di Trevi. Ma i beni del Vaticano, quelli sì. Così è riuscito a irretire Bill Clinton e due suoi amici – due degli uomini tra i più ricchi del Nord America, con i cui soldi per anni si è finanziato uno stile di vita da nababbo. Finché loro non hanno mangiato la foglia e hanno chiuso i rubinetti.
Sembrerebbe la solita storia del furbetto italiano. Ma da un’inchiesta de Il Sole 24 Ore, durata oltre un anno, emerge una complicità americana che potrebbe avere ripercussioni sullo stesso Bill Clinton. E forse addirittura sulla campagna elettorale di sua moglie per le similitudini con il recente scandalo di Norman Hsu, il truffatore di Honk Kong che ha raccolto 850.000 dollari in finanziamenti per Hillary Clinton.
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Il protagonista dell’inchiesta si chiama Raffaello Follieri, ventinovenne originario di San Giovanni Rotondo, provincia di Foggia, fidanzato con l’attrice de Il diavolo veste Prada Anne Hathaway. Il cast di supporto include personaggi legati alla Chiesa sia in Italia che in America, un avvocato newyorkese di fama e soprattutto Andrea Sodano e Douglas Band. Il primo era il nipote del cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato del Vaticano fino all’estate del 2006. Il secondo, noto come Doug, era – ed è tuttora – il più stretto collaboratore di Clinton, l’uomo che gestisce l’agenda privata e professionale dell’ex presidente. Il Sole 24 Ore ha scoperto che di fatto Band ha agito da consigliori di Follieri, aprendogli le porte della straordinaria rete di contatti dell’ex presidente a cui l’italiano ha attinto per cercare sempre nuovi finanziamenti.
In un momento in cui doveva far fronte a enormi richieste di risarcimento da parte delle vittime di abusi sessuali, la Chiesa Usa poteva contare su un patrimonio immobiliare senza equivalenti. Una soluzione possibile era quella di dismettere parte di questo patrimonio. Con questa consapevolezza, Follieri si fece venire un’idea tanto semplice quanto ambiziosa: ottenere l’appoggio del Vaticano per intervenire nell’acquisto di beni immobili della Chiesa Usa e poi, da quella posizione di vantaggio, entrare in affari con investitori che avrebbero finanziato l’acquisto e lo sviluppo delle proprietà.
Ai giornali Follieri ha sempre detto che Sodano aveva avuto un ruolo esclusivamente “tecnico” e non aveva mai svolto alcuna attività di marketing per il gruppo. Ma quest’asserzione cozza con i ricordi di uomini della Chiesa che hanno avuto a che fare con il Follieri Group in nord America. Anzi, costoro sostengono che la presenza e il cognome di Sodano erano elementi essenziali per il marketing del gruppo.
«Fummo avvicinati da Andrea Sodano e da Pasquale Follieri, il padre di Raffaello, a Toronto» aggiunge Donald Onyschuk, vicerettore della diocese di Toronto della chiesa cattolica ucraina. «Sodano ci disse di avere stretti contatti con tutto il Vaticano e per dimostrarlo ci mostrò sul suo cellulare alcune foto dei suoi figli con Papa Giovanni Paolo II».
Essendo entrato in contatto con l’entourage di Clinton, nella primavera del 2005, Follieri conobbe il miliardario californiano Ron Burkle, amico personale e socio in affari ddell’ex presidente, che Follieri convinse a investire oltre 100 milioni di dollari.
A ottobre del 2005, Follieri venne invitato al primo incontro ufficiale della Clinton Global Initiative. In quell’occasione si impegnò a distribuire una tessera-sconto per medicinali «per chiunque ne abbia bisogno» fino a spendere 50 milioni di dollari.
Era un’impresa titanica che Follieri annunciò di poter realizzare in partnership con la società Comprehensive Healthcare di tale John Treglia. La società non era esattamente un gigante del settore sanitario e Treglia era un manager più che altro specializzato in aziende in stato di fallimento e con una lunga storia di debiti con il fisco americano.
Da documenti depositati presso la Sec, la Consob americana, Il Sole 24 Ore ha scoperto che, pochi mesi prima dell’impegno preso da Follieri alla Clinton Global Initiative, Comprehensive aveva trovato nuovi investitori, due società controllate dalla moglie di un signore condannato per frode finanziaria. Difficile dunque meravigliarsi se ben poco fu mai realizzato della promessa fatta davanti a Clinton.
Col tempo, il rapporto con Doug Band divenne sempre più stretto. I due venivano visti regolarmente insieme in alcuni dei ristoranti più “in” di Manhattan – da Nobu a Cipriani.
Ma per Follieri il valore di Band era soprattutto nei contatti che gestiva per conto di Clinton. Nei primi del 2006 gli presentò per esempio un altro “amico di Bill” come Burkle, l’immobiliarista canadese Michael Cooper, amministratore delegato del Dundee Real Estate Investment Trust, un colosso del settore in Canada.
Follieri gli propose di replicare in Canada l’accordo che aveva con Burkle negli Usa: lui avrebbe messo i contatti col Vaticano e Cooper avrebbe messo i soldi. Pochi mesi dopo venne costituita la Follieri Firelight Acquisition Inc, una joint venture canadese tra il Gruppo Follieri e Dundee, con Cooper come amministratore e gli uffici di Dundee come sede.
Non basta. Grazie alla straordinaria rete di conoscenze di Clinton, Follieri ebbe accesso a persone come l’ex presidente del Brasile Fernando Cardoso, lo sceicco del Bahrain Mohammed bin Essa al Khalifa e persino quello che la rivista Usa Forbes ha recentemente individuato come l’uomo più ricco del mondo, il messicano Carlos Slim Helù.
È possibile che Band abbia dato una mano a Follieri per amicizia. Ma il Sole 24 Ore ha scoperto che non lo fece gratuitamente. A provarlo è una fattura di 400.000 dollari per “servizi di consulenza” inviata nel marzo 2006 da Doug Band. La fattura era indirizzata ad Auspice Holdings, una società costituita il 16 febbraio 2006 nel paradiso fiscale di Jersey da due fiduciarie che facevano capo alla Mourant & Co, società specializzata nella gestione di patrimoni per conto terzi. Alcuni documenti lussemburghesi aiutano però a identificarne la proprietà: la Follieri Holdings Sarl, entità registrata in Lussemburgo e gestita da Pasquale Follieri, padre di Raffaello, risulta infatti detenere il 100% di Auspice. La fattura di Band chiedeva un bonifico su un conto della Citibank di una società chiamata SGRD.
Doug Band risulta essere stato presidente, tesoriere e segretario di SGRD Enterprises, società registrata in Florida da suo fratello Gregory. Lo stesso fratello, che fa l’avvocato immobiliare, ha registrato altre 11 società il cui nome include l’acronimo SGRD. Quando abbiamo telefonato a Gregory Band per chiedergli spiegazioni sul pagamento di 400mila dollari e sulle attività commerciali di quelle 12 società con lo stesso nome, ci ha risposto di non poterne parlare e ci ha sbattuto il telefono in faccia.
Un anno dopo quel pagamento di 400mila dollari, Doug Band e suo fratello Gregory risultano aver fatto una donazione di 4mila600 dollari (il massimo concesso) alla campagna elettorale di Hillary Clinton, cosa che non avevano mai fatto prima neppure con Bill Clinton.
Da noi contattato, Doug Band si è rifiutato di rispondere invitandoci a chiamare il portavoce di Bill Clinton, Jay Carson. Per quattro settimane abbiamo lasciato messaggi telefonici e scritto email quasi quotidianamente senza che Carson ci mandasse mai alcuna risposta.
Nella sua tela di rapporti, Follieri era riuscito a includere Huma Abedin, una delle assistenti più strette di Hillary Clinton. Al Sole 24 ore risulta infatti che Abedin fornì a Follieri consigli su chi assumere come “chief of staff” del Follieri Group. Abbiamo perciò deciso di contattare Philippe Reines, il portavoce della senatrice per chiedergli chiarimenti sulla natura di quel rapporto. Ma nonostante svariate telefonate e e-mail, neppure Reines ha voluto rispondere.
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