All’ Erasmus Medical Center, in Olanda, hanno creato un supervirus che, se diffuso, potrebbe sterminare la popolazione. L’autore, il virologo Ron Fouchier, vuole pubblicare il risultato e mostrare come con cinque passaggi sia riuscito a mutare il virus dell’ aviaria (H5N1) in un’ arma mortale.
La sua intenzione ha scatenato subito violente reazioni nella comunità scientifica internazionale che si oppone alla diffusione delle informazioni sostenendo che si potrebbe favorire il bioterrorismo o comunque persone sconsiderate. Qualcosa di analogo sta accadendo pure con un’ altra ricerca effettuata sempre sullo stesso virus dell’ aviaria da scienziati dell’ Università di Tokyo (Giappone) e del Wisconsin (Usa).
Il National Science Advisory Board for Security statunitense sta esaminando la questione. Al massimo potrà solo chiedere di non pubblicare il lavoro non avendo il potere di bloccarlo. Fouchier era partito bene cercando di capire il pericolo virus al fine di combatterlo meglio, ma ora sembra prevalere la necessità di dimostrare le sue capacità di scienziato incurante dei rischi che la sua azione comporterebbe.
«Mi sembra una vera follia – commenta Luca Cavalli Sforza, maestro della genetica delle popolazioni -. Prima di diffonderlo dovrebbe almeno dimostrare come si possa neutralizzare il micidiale virus». In una società della comunicazione senza barriere come l’ attuale, è difficile immagine che l’ olandese possa essere fermato se intenzionato a procedere. La ricerca torna a porsi delle domande fondamentali sui suoi limiti possibili o inapplicabili. Ma più che la scienza dovrebbe intervenire la coscienza.