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FMI sicuro: “Il Medio Oriente tornera’ piu’ forte di prima”

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Bangkok – Dopo questo periodo buio, segnato da sanguinose rivolte, il mondo arabo tornerà più forte di prima. È l’opinione espressa dal Fondo Monetario Internazionale. Secondo quanto si legge nel report: “I cambiamenti politici che stanno prendendo piede nella regione, segneranno le basi per una crescita economica più sana e più forte”.

Tra i vari punti di forza, il Fondo sottolinea: una forza lavoro giovane e una posizione geografica favorevole, come punto di incontro tra il vecchio continente e i mercati emergenti dell’Asia e dell’Africa.

“Sarà una crescita più inclusiva, con minori disparità, in cui ci saranno più possibilità per tutti e in cui una maggiore competizione renderà il mercato più dinamico”. La miscela giusta per una crescita economica forte.

Sicuramente sarà un processo che richiederà del tempo. Nel breve periodo, infatti, continueranno le rivolte e ci sarà un processo di transizione. A causa degli scontri, i vari paesi stanno già registrando un minore afflusso di turisti e minori investimenti esteri.

Anche se le proteste hanno diversa portata nei diversi paesi – si pensi a quanto sta accadendo in Libia e a quanto minore invece la protesta sia stata in Arabia Saudita – il fatto che venga colpita tutta la regione, lancia un segnale di cambiamento politico generale.

Agli inizi di aprile, a causa delle rivolte, il Fondo aveva portato al ribasso le stime sulla crescita economica dei paesi arabi, dal 4,6% (stimato a gennaio) al 4,1%.

Tunisia ed Egitto dovrebbero essere i paesi a soffrirne di più, non solo per le rivolte che hanno già tolto dal potere i due leaders, ma perché dovrebbero continuare ad arrivare profughi dalla Libia. L’Egitto sarà il paese maggiormente colpito e il Fondo ha tagliato le stime sulla crescita economica dal 5,1% all’1%.

Tuttavia, ad ora, i rischi maggiori sarebbero concentrati nei paesi importatori di petrolio, che si trovano a dover pagare un prezzo sempre maggiore alla pompa di benzina.