New York – Le strategie per stabilizzare i livelli enormi di debito pubblico degli Stati Uniti non sono “credibili” e rischiano di presentare un rischio contenuto ma significativo per l’economia mondiale, minacciando di fare scoppiare una nuova crisi nel giro di cinque anni.
Lo dice il Fondo Monetario Internazionale in un’insolita strigliata di orecchie al suo maggiore “azionista” di riferimento. Se l’America – unico paese industrializzato a trovarsi a dover fare i conti con un gap di bilancio in aumento nel 2011, tra l’altro in un periodo in cui l’economia americana sta crescendo con un’intensita’ sufficiente a consentirle di ridurre l’ammontare di debiti – vuole riportara i conti alla stabilita’ deve varare un piano di austerita’ e farlo prima che sia troppo tardi.
L’allarme non poteva arrivare in un momento piu’ opportuno, con il governo che si appresta a mettere punto un nuovo piano di tagli. Che pero’ ha si e’ attirato non poche critiche da parte di alcuni esponenti Democratici. Esemplare il caso del sindaco di Washington D.C., che per le proteste davanti alla Casa Bianca e’ stato messo in stato di fermo per 7 ore.
Per rispettare la promessa dei paesi del gruppo dei 20 – ad esclusione del Giappone – di ridurre il deficit entro il 2013, hanno avvertito dal FMI, gli Stati Uniti avranno bisogno di varare misure piu’ severe di qualsiasi altro esercizio della durata di due anni dal 1960 a oggi.
Se invece la strategia rimarra’ invariata, gli Usa saranno l’unico stato, insieme al Giappone, a vedere il debito pubblico crescere nel 2016, rischiando di mettere cosi’ in pericolo l’economia mondiale.
Carlo Cottarelli, a capo degli affari fiscali del Fondo ha cosi’ sintetizzato: “E’ un rischio che se si dovesse materializzare avra’ conseguenze molto grosse… per il resto del mondo. Pertanto e’ importante che gli Usa apportino cambiamenti fiscali il prima possibile”.