Società

Fisco: nuovo Isee per stanare i finti poveri

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

MILANO (WSI) – Il Consiglio dei ministri ha «completato e firmato il percorso per il nuovo Isee». Ha annunciato così il premier Enrico Letta il nuovo indicatore della situazione economica equivalente.

Uno strumento che misura il reddito ma anche la ricchezza complessiva delle famiglie. Usato per esempio dagli atenei per inquadrare la fascia di reddito e stabilire la tassazione universitaria degli studenti. «Si tratta di una notizia importante e per il cambiamento che interviene in modo significativo in favore delle famiglie e dei disabili» ha detto Enrico Letta.

FALSI POVERI – Il nuovo indicatore sul reddito, ha aggiunto il premier «consentirà l’accesso ai servizi alle persone che effettivamente hanno bisogno dove c’è una situazione certificata che corrisponde ad una situazione reale». Secondo Letta «bisogna evitare lo scandalo dei finti poveri e pone il tema di un rapporto diretto tra situazione reale delle famiglie e delle persone e l’accesso ai diritti. Riporta un concetto di verità tra le persone e i servizi sociali corrispondenti. Le risorse vadano alle persone che hanno bisogno», ha concluso Letta citando i fatti di cronaca di pochi giorni fa che ha mostrato che «chi aveva le esenzioni all’Università andava in facoltà con la Ferrari».

LAVORO – La riforma dell’Isee «è un passo fondamentale per una maggiore equità» ha commentato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini secondo cui si ridurrà «l’area dell’autodichiarazione e ci saranno ulteriori controlli per evitare l’abuso di uno strumento così importante. L’Isee considererà tutte le forme di reddito, anche quelle fiscalmente esenti, dando un peso più adeguato alla componente patrimoniale» ha aggiunto.

LA RIFORMA – La riforma dell’indicatore, oltre ai controlli per contrastare gli abusi, prevede che in caso di perdita del lavoro o di cassa integrazione (o di una riduzione del reddito superiore al 25%) sarà possibile aggiornare il proprio Isee. Ma non solo: ci sarà il controllo incrociato dei dati, ci saranno meno autocertificazioni e più controlli con una definizione «più ampia del reddito e un maggior peso della situazione patrimoniale». « In vigore dal 1998, l’Isee iniziava a mostrare i segni del tempo — ha scritto in un comunicato il ministero del Lavoro — per questo il Governo si è fortemente impegnato in questi mesi per una sua profonda rivisitazione, realizzata recependo anche le indicazioni arrivate sia dal parlamento sia dalle parti sociali. Peraltro, la riforma dell’Isee era stata indicata dal documento dei cosiddetti “saggi del Quirinale” come uno degli obiettivi prioritari del futuro Governo».

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da Corriere della Sera – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Copyright © Corriere della Sera. All rights reserved