
Roma – Il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, che ha ricevuto dal presidente del Consiglio, Mario Monti, il compito di rivedere una per una tutte le voci di spesa del bilancio statale, ha rilasciato sul tema un’intervista al Corriere della Sera.
“La nostra attenzione – ha detto – è concentrata sulle risorse impiegate per il finanziamento dei servizi delle amministrazioni centrali, nel complesso quindi circa 100 miliardi di euro destinati alle spese di personale, di funzionamento e ai consumi intermedi. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità dei servizi offerti a cittadini e imprese, senza aumentare la spesa, di favorire l’ammodernamento e l’efficienza della pubblica amministrazione. Ridurre gli sprechi, le duplicazioni, favorire l’aumento di produttività”.
“Le proiezioni tendenziali – ha proseguito Giarda – su cui questo e i precedenti governi hanno definito interventi correttivi implicano l’invarianza della spesa primaria (al netto degli interessi) nei prossimi anni. Per alcuni comparti la naturale tendenza difficilmente potrebbe consentire di rispettare questo principio. Bisogna allora intervenire sulla struttura di produzione dei servizi pubblici per garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati, senza causare tagli non necessari dell’offerta dei servizi. Ma si può fare anche di più. La speranza è di reperire fondi da destinare alla riduzione della pressione fiscale o a misure per lo sviluppo”.
“Il programma – ha precisato il ministro – è di presentare entro aprile, in Consiglio dei ministri, un primo rapporto sulle criticità che stanno emergendo dall’analisi. L’avvio degli interventi concreti sarà frutto di una decisione collegiale. La collaborazione con i vari ministeri si sta intensificando. Gli stessi ministri organizzano gruppi di lavoro interni ai loro dicasteri per avviare i processi di revisione della spesa”.
“Il primo passo – ha concluso – sarà la rinegoziazione dei contratti di fornitura di beni e servizi in scadenza tra il 2012 e il 2013 e la revisione di alcuni programmi di spesa non più prioritari. Tempi un po’ più lunghi richiederà la riorganizzazione delle strutture di produzione dei servizi”.
Intanto in un articolo del Sole 24 Ore vengono analizzati gli aumenti per l’Imu in arrivo, che mostrano come il fisco locale non dara’ tregua agli italiani. Se si sommano quelli delle addizionali regionali (gia’ in vigore) e quelli delle addizionali comuni, per alcune famiglie il conto diventera’ piu’ salato di anche il 150%.