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Fisco, intesa da 280 milioni tra Andrea Pignataro e l’Agenzia delle Entrate

Si chiude con un accordo da 280 milioni di euro il procedimento avviato dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di Andrea Pignataro, fondatore e presidente del gruppo fintech Ion nonché secondo uomo più ricco d’Italia dopo Giovanni Ferrero secondo Forbes.

Secondo quanto appreso, la somma verrà versata all’Erario a seguito di un’intesa transattiva che ha permesso di evitare un lungo e complesso contenzioso relativo alla residenza fiscale dell’imprenditore.

Origine della disputa

Il procedimento era nato da una verifica della Guardia di Finanza, che ipotizzava una residenza fiscale in Italia, nonostante Pignataro vivesse stabilmente all’estero – prima a Londra, poi in Svizzera – da oltre trent’anni. La contestazione complessiva iniziale, comprensiva di sanzioni e interessi, secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, era di circa 1,2 miliardi di euro omprensive di sanzioni e interessi, relative ai periodi d’imposta dal 2013 al 2023.

Esiti della vicenda

Come confermato da una nota dello studio legale e tributario Facchini Rossi Michelutti, “l’accordo non implica alcun riconoscimento, né esplicito né implicito, di colpevolezza o evasione, bensì riflette una soluzione transattiva ispirata ai principi di buona fede e collaborazione istituzionale”.

Sul merito della controversia, i legali sottolineano come “numerose pronunce della Corte di Cassazione e della giurisprudenza europea confermano la prevalenza degli interessi economici e non familiari — nella determinazione del domicilio fiscale. La stessa Agenzia delle Entrate, con circolare n. 20/2024, ha riconosciuto che la normativa previgente conteneva ‘obiettive incertezze interpretative’”.

L’Agenzia delle Entrate, dal canto suo, avrebbe riconosciuto la complessità tecnica della vicenda, apprezzando “l’atteggiamento sempre collaborativo del contribuente”, in un contesto che la nota definisce di “piena trasparenza e rispetto reciproco”.

“La vicenda si chiude così senza contenzioso”, concludono i legali, ribadendo: “Non vi è stata alcuna evasione, ma una divergenza interpretativa ormai superata anche dal legislatore”.

L’accordo, oltre a porre fine a un contenzioso potenzialmente lungo e dannoso per entrambe le parti, si inserisce nel solco di una crescente prassi transattiva che vede il fisco privilegiare soluzioni consensuali rispetto al conflitto giudiziario, soprattutto in presenza di profili interpretativi complessi come quelli relativi alla residenza fiscale internazionale.

Chi è Andrea Pignataro

Pignataro, 55 anni, con un patrimonio stimato da Forbes in oltre 34 miliardi di dollari, ha costruito il gruppo Ion a partire dal 1999, un conglomerato attivo in tecnologie, servizi e dati finanziari, con importanti acquisizioni in Italia come Cedacri, Cerved, Prelios e partecipazioni in istituti bancari come MPS e Illimity.