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Fisco, Apple paga soltanto il 10% in tasse

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New York – Quartier generale a Cupertino, in California, ma è l’ufficio situato ad appena 320 chilometri di distanza, a Reno, a dargli un vantaggio non indifferente. La Apple sembra fare il suo dovere e rispettare il fisco ma, utilizzando un escamotage e riversando gli utili nell’ufficio in Nevada, riesce a beneficiare di una imposizione allo 0%, rispetto all’8,84% della California.

Miliardi di dollari risparmiati in tasse attraverso questa e altre alternative adottate in giro per il mondo. Ecco perché ha creato varie società in paesi a bassa imposizione, tra cui Irlanda, Olanda, Lussemburgo e Isole Vergini Britanniche. Alcuni niente di più di uffici anonimi, che poco hanno oltre una cassetta delle lettere, soluzioni che comunque le consentono di evitare miliardi e miliardi in tasse.

Solo lo scorso anno, su un profitto di $34,2 miliardi, Apple ha pagato in tasse $3,3 miliardi, cioe’ il 9,8%.

Ma non si tratta di un fenomeno isolato, bensì di un qualcosa che coinvolge l’intero comparto delle società tecnologia, tra cui i colossi Google, Amazon, Hewlett-Packard e Microsoft. Al contrario di altre infatti, queste non generano gran parte dei loro profitti dalla vendita di beni fisici, bensì royalties e diritti di proprietà intellettuale. Diventa dunque molto più facile spostare gli utili in paesi con bassa imposizione. Una applicazione elettronica può infatti essere venduta da ogni parte del mondo.

Ecco dunque che, secondo i numeri che riporta il New York Times, negli ultimi due anni le 71 società tecnologia nell’indice S&P500 sarebbero riuscite a pagare tasse per un terzo in meno rispetto agli altri.

Con il crescere di un’economia digitale, un fenomeno che i legislatori devono tenere costantemente sotto controllo.

Immediata la risposta di Apple alle rivelazioni del New York Times. La lettera inviata al giornale può essere riassunta in 4 semplici punti, con di fianco alcune precisazioni:

– “Abbiamo creato circa 500.000 posti lavoro”. Numeri tuttavia che includono il personale Ups che si occupa della consegna dei prodotti Apple.

– “Gran parte della forza lavoro Apple è negli Usa”. Ovvio, considerando che chi si occupa fisicamente della produzione dei dispositivi non è teoricamente impiegato Apple, bensì della cinese Foxconn.

– “Doniamo in continuazione in beneficienza e non lo pubblicizziamo”. Tanto di cappello, ma questo non toglie nulla alla notizia sui metodi per raggirare l’imposizione.

– “Abbiamo pagato tasse per $5 miliardi nella prima metà dell’anno fiscale 2012”. Buono, comunque numeri inflazionati e che poco cambiano del fatto che in fin dei conti avrebbe dovuto pagare di più.