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Finmeccanica, ovvero l’azienda piu’ lottizzata d’Italia

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NAPOLI – Manager sponsorizzati dai politici che così si spartiscono i posti nei consigli di amministrazione delle aziende di Stato. Foglietti con le indicazioni da eseguire consegnati, alla vigilia delle nomine, da ministri e parlamentari per accaparrarsi almeno una poltrona nelle società controllate da Finmeccanica. Sono le carte dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero Vincenzo Piscitelli sulla presunta corruzione di Marco Milanese – deputato pdl ed ex consigliere del ministro Giulio Tremonti – a svelare i retroscena della divisione tra partiti che consente anche il controllo degli appalti. E a rivelare quanto forte fosse l’influenza dello stesso Milanese e cospicua la contropartita che sarebbe riuscito a ottenere dai suoi «protetti»: auto di lusso, gioielli, soldi in contanti, ma anche splendide ville in Costa Azzurra. Un «tesoro» che comprende pure conti all’estero.

I «consiglieri» della Lega e di La Russa

È l’esame dei computer del responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica Lorenzo Borgogni – indagato per corruzione in un’altra indagine – a far emergere le trattative per la designazione di alcuni consiglieri. Ci sono schemi, appunti, anche alcune mail ritenute «interessanti» dagli investigatori. Durante la perquisizione nel suo ufficio è stato trovato un foglietto con una lista di politici scritti a penna: «Giorgetti, Milanese, Romani (Guerrera), Fortunato (Mef), Galli, Squillace x La Russa». Per saperne di più Piscitelli convoca Barbara Corbo, la segretaria di Borgogni. E l’11 marzo scorso la donna chiarisce: «Il file trovato nel mio computer denominato “Membri esterni controllate giu10 x Milanese.doc” tratto dalla cartella C:Borgogni 2010 e 2011, è un documento che ho redatto io recependo le indicazioni e le informazioni del dottor Borgogni… La denominazione “Lega” che compare accanto ai nomi Maffini, Ghilardelli, Belli e Vescovi, presenti nello stesso file, presumo sia riferibile al partito politico. Il nominativo La Russa che compare accanto ai nomi di Plinio, Politi e Gatti presumo sia quello dell’attuale ministro della Difesa ma tali circostanze potranno essere confermate solo da Borgogni».

Il giorno dopo l’alto dirigente di Finmeccanica viene interrogato. E conferma: «Per le nomine di terzo livello dove gli emolumenti sono molto bassi, concordo con l’ad delle società controllanti quelle dove effettuare le nomine all’interno dei curricula che arrivano o dal mondo della politica soprattutto del territorio dove sono insediate le società o dai consiglieri di amministrazione di Finmeccanica. Naturalmente le nomine di questi sette consiglieri, benché provengano formalmente dal ministero del Tesoro, sono il prodotto di una mediazione politica all’interno delle componenti della maggioranza di governo, dove il tavolo di compensazione è a Palazzo Chigi e dove confluiscono le richieste dei ministeri di riferimenti come Difesa e Sviluppo Economico con i quali Finmeccanica ha rapporti. Per le nomine di primo livello in previsione della scadenza io preparo un prospetto e lo mando ai tre ministeri, a Palazzo Chigi e ai consiglieri espressione della politica».

Le indicazioni di Scajola e Giovanardi

Borgogni si sofferma poi su chi è ancora in carica. E afferma: «Per quanto riguarda gli ultimi tre anni, Squillace è espressione del ministro La Russa, il consigliere Galli della Lega, mentre per lo Sviluppo Economico (Scajola) il riferimento è stato il consigliere Alberti, anche se formalmente espressione dell’azionista Mediobanca. Per quanto riguarda il Tesoro la lista la consegnavo a Milanese. Naturalmente da ciascuna parte ci sono state richieste per il maggior numero di persone e per il 2010 c’è stato un tavolo di compensazione e di coordinamento dove erano presenti Letta, Milanese, Giorgetti per la Lega e io che avevo ricevuto due, tre nomi da La Russa che non poteva partecipare. In questa riunione si decise poi quale parte politica doveva presentare i curricula e per quale società (per esempio la Lega a mezzo Giorgetti chiese che un posto fosse senz’altro riservato a quel partito in Ansaldo Energia riservandosi di farmi avere un curriculum forse già datomi nell’occasione) e così via… Ricordo per esempio che il nominativo di Adolfo Vittorio per Elsag Datamat me lo diede Letta per conto di Giovanardi che poi mi chiamò in prima persona… Ricordo che il nominativo di Marchese (Guido, arrestato due giorni fa, ndr ) fu proposto da Milanese nelle caselle che spettavano al Tesoro, per la presidenza del Cs di Oto Melara e per il cda di Ansaldo Energia dove fu registrata l’incompatibilità ai sensi del codice civile. Quando sorse il problema rilevammo che era stato nominato anche l’anno precedente, sempre su indicazione del Tesoro, nel Cs di Ansaldo Breda».

Tra le nomine finite nell’indagine anche quella di Giovanni Alpeggiani in rappresentanza del ministro della Salute Ferruccio Fazio nel cda del policlinico San Matteo di Pavia. Si tratta di uno dei soci di Milanese in alcuni investimenti immobiliari in Costa Azzurra, ma nel suo interrogatorio nega che a proporlo sia stato il parlamentare. «Sono stato designato – afferma – dopo che in prima battuta era stato designato Paolo Cirino Pomicino, ma poiché quella prima scelta sollevò un vespaio di critiche, il ministro designò me. Non ne ho mai parlato con Milanese e credo che neanche lo sappia».

Le ville in Francia, i conti esteri, le carte «gold»

È Sergio Fracchia a rivelare al pm Piscitelli gli affari immobiliari del parlamentare sui quali si concentra adesso l’indagine soprattutto per accertare l’origine del denaro utilizzato per gli acquisti: «Ho lavorato come venditore di immobili su “Antenna3”, una Tv libera lombarda, e il legale di questa società era l’avvocato Maria Taddeo. Diventammo amici anche con il marito di allora Marco Milanese. Divennero anche miei clienti comprando una casa a Cap Martin nel 96/97. Questa casa è stata poi venduta, sempre attraverso di me, e ne hanno comprata un’altra più grande con una camera in più, sempre a Cap Martin. Anche questa seconda casa è stata poi venduta, sempre mio tramite. Qualche anno dopo mi hanno chiesto un investimento più consistente e hanno comprato, nell’anno 2006/2007, una villetta a Cannes, ricorrendo ad un mutuo, pagandola poco sopra il milione di euro. Inoltre, devo precisare che nella mia attività ci sono molte persone che vogliono investire nel settore immobiliare ma non hanno la disponibilità sufficiente per comprare un intero immobile. Per venire incontro a questa esigenza, si costituiscono delle società immobiliari, sempre di diritto francese, e si vendono le quote di partecipazione per importi che possono oscillare da 50.000 a 150.000 euro massimo. Milanese, oltre le villette di cui ho parlato, nel 2007/2008, se ben ricordo, in occasione dell’acquisto dell’ultima villetta, aveva comprato quote in due di queste società, una era “Rivarma Srl” e l’altra “Castello Srl”. Se ben ricordo per quanto riguarda la prima Milanese aveva pagato tra 135.000/160.000 euro circa, per la seconda tra i 40.000/50.000 euro. Per quello che è noto a me, Milanese conserva ancora una partecipazione in una terza società francese per 15.000 euro».

La perizia contabile svela invece la movimentazione bancaria di Milanese e della sua fidanzata Manuela Bravi, portavoce del ministro Giulio Tremonti. E nelle conclusioni il consulente Luigi Mancini scrive: «Milanese, oltre ad avere avuto vari “corrispondenti” esteri, è sicuramente titolare di un conto bancario estero presso il Crédit Agricole, agenzie di Draguignan. Sarebbe necessario acquisirne la relativa documentazione essendovi transitati moltissimi bonifici disposti sia dal conto acceso presso il banco di Napoli, sia dal conto presso il Credito Artigiano. Un ulteriore approfondimento meriterebbe il rapporto di debito intercorso con American Express sul conto accesso presso il banco di Napoli. Nei 57 mesi esaminati la somma complessiva è ammontata a 448.637 euro con una media mensile di circa 8.000 euro e con una punta di spesa di circa 23.000 euro in un solo mese!».

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