(aggiornato)
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Timo Soini, il leader dell’ultradestra antieuropeista dei “Veri Finlandesi”, in testa nelle elezioni politiche, ha detto che il pacchetto di salvataggio messo a punto dall’Ue per il Portogallo “non sopravvivera’”.
Con una fiammata che supera ogni previsione, il partito populista nazionalista ed euroscettico dei Veri Finlandesi è balzato al terzo posto del panorama politico della Finlandia nelle elezioni tenutesi oggi, conquistando il 19% dei voti e ponendo, secondo i timori di molti analisti, una possibile ipoteca sulla politica europea di Helsinki.
Il partito conservatore di Coalizione Nazionale del ministro delle finanze uscente, Jyrki Katainen, ha conquistato il primo posto con il 20,1%, seguito dai socialdemocratici, il principale partito d’opposizione, con il 19,1%. Netta sconfitta, invece, per il Partito di Centro della giovane premier uscente Mari Kiviniemi, che da guida di governo è crollato al quarto posto, raccogliendo circa il 17%.
Il malcontento per le conseguenze della crisi economica, nella quale anche il colosso nazionale Nokia arranca di fronte alla concorrenza asiatica e statunitense, per la scarsa ripresa dell’occupazione, per la mannaia sulle pensioni e per l’immigrazione è stata l’onda che ha portato in cresta i Veri Finlandesi. I quali, avendo quadruplicato i voti e superato i sondaggi (che davano loro il 15% circa), ora possono condizionare il solido europeismo del precedente governo. E potrebbero tenere in scacco anche gravi scelte dell’Ue, come il salvataggio finanziario del Portogallo, al quale sono nettamente contrari, forti del fatto che il parlamento di Helsinki ha l’obbligo di ratificare i provvedimenti europei di «bailout» finanziario d’un Paese membro.
Il leader del partito euroscettico, il carismatico Timo Soini, ha già dichiarato di aspettarsi «come minimo» un invito a partecipare alle trattative per il nuovo governo, che dovrà essere necessariamente una variopinta coalizione con anime diverse. E se il leader conservatore Katainen si prepara ora a ricevere l’incarico di formare il nuovo esecutivo, molti osservatori non escludono la possibilità che possa chiamare i Veri Finlandesi a un’alleanza, a patto che i nazional-populisti abbassino i toni e moderino i loro proclami anti-europeisti e anti-immigrazione. Un compromesso che, al di là dei proclami, Soini, secondo molti, potrebbe anche accettare pur di prendere parte alle politiche del futuro governo. Ma molto dipenderà anche dall’atteggiamento dei socialdemocratici (Sdp), estromessi dal governo nelle elezioni del 2007 e ora guidati da Jutta Urpilainen, dall’immagine comunicativa, sincera e aperta, per la quale il buon risultato elettorale costituisce una vittoria personale.
Il suo partito è fortemente europeista ma contrario al salvataggio del Portogallo, ma costituirebbero per la Coalizione Nazionale un alleato sicuramente più facile. Meno problemi creerebbe anche la riconferma dell’alleanza con il partito centrista della premier uscente Kiviniemi, nei confronti del quale, tuttavia, il futuro premier dovrà tener conto del forte calo di consensi. Quanto ai seggi, 200 in tutto, la Coalizione Nazionale, secondo le prime proiezioni, ne avrebbe 45 mentre ne aveva 50; i Socialdemocratici (Sdp) 43 seggi (ne avevano 45); i Veri Finlandesi 38 (ne avevano solo 6) e il Partito di Centro 37 da 50 che ne aveva. I finlandesi chiamati oggi al voto erano 4,4 milioni e se il dato nazionale sull’affluenza non è ancora conosciuto, lo è quello di helsinki, che è stato pari al 75%.
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Possibile svolta a destra nelle prossime elezioni legislative in programma in Finlandia domenica. Secondo i sondaggi infatti si prevede una forte crescita dei partiti conservatori e dei nazionalisti, rappresentati dai “Veri Finlandesi”. Il capo della Coalizione nazionale (conservatori) Jyrki Katainen, ministro delle Finanze uscente, è il favorito: il suo partito domina i sondaggi da mesi ed è accreditato al 20,2% delle intenzioni di voto, secondo gli ultimi dati.
Nel prossimo esecutivo finlandese, attualmente di centro destra con la partecipazione dei Verdi e del partito popolare svedese, troverà posto anche il partito dei “Veri finlandesi”, guidato dal leader carismatico e populista Timo Soini. Attualmente i “Veri finlandesi” hanno sei seggi in Parlamento, ma secondo gli ultimi sondaggi, raccoglieranno tra 16,9% e 18,4 dei suffragi, vale a dire 37 deputati su 200. Ieri, il 31,1% dei quattro milioni di elettori (circa 1,3 milioni di cittadini) aveva già votato, secondo la procedura di voto anticipata. I risultati saranno diffusi alla chiusura delle urne, domenica alle 20:00 ora locale. Il partito è composto da membri del movimento ultranazionalista radicale Suomen Sisu, è accusato di xenofobia, populismo e inesperienza.
Sempre secondo i sondaggi, la destra nazionalista e populista toglierà voti anche ai social-democratici che dovrebbero ottenere il 18% dei voti. “La classe operaia ha l’impressione di essere stata abbandonata dai socialisti”, ha spiegato Ilkka Ruostetsaari, dell’Università di Tampere. La giovane leader socialista Jutta Urpilainen, contrariamente a Soini, non riesce a conquistare l’opinione pubblica, e malgrado abbia cambiato più volte look, è incapace di apparire a suo agio e simpatica in pubblico. Urpilainen ha cercato di modificare il suo programma riprendendo alcuni temi cari alla destra nazionalista, come un approccio più scettico, ma poco chiaro, rispetto all’Europa e con una certa prudenza sui temi dell’immigrazione. ]
La politica europea, e in particolare l’attitudine sul dossier degli aiuti finanziari ai Paesi membri dell’Ue in crisi, ha giocato un ruolo centrale nella campagna elettorale. Con posizioni radicalmente opposte, la “Coalizione nazionale” (pro-euoropea e favorevole agli aiuti) e i “Veri finlandesi” (contro queste garanzie) hanno aumentato il loro elettorato.
Al contrario, la posizione del premier Mari Kiviniemi, di rimandare una decisione sul tema alla prossima legislatura, sembra aver avuto un effetto negativo sul suo partito di “Centro”, l’ultimo sondaggio lo accredita del 17.9% delle intenzioni di voto.