Roma – “Berlusconi dovrebbe fare un gesto d’amore per l’Italia e per il centrodestra, prendere atto che vivacchiare è difficile e dannoso per il Paese e passare la mano. Ma non lo farà”. Ne è convinto Gianfranco Fini che, in un’intervista al ‘Corriere della sera’, ritiene che il 22 giugno, data fissata per la verifica parlamentare del Governo, “non succederà niente”, ma che il governo collasserà “all’improvviso” come “un mobile pieno di termiti”.
Il Presidente della Camera, e leader di Fli, assicura che appoggerebbe un governo “imperniato nel centrodestra che ha vinto le elezioni, ma capace di parlare a tutti gli italiani, che puntasse sulle cose che uniscono anziché sulle tante che dividono le forze politiche. Penso all’agenda Draghi, alle priorità indicate dal Governatore”.
Fini avverte che, se si dovesse andare ad elezioni anticipate, “i poli saranno tre, senza accordi neoulivisti tra forze unite solo dall’idea di sconfiggere Berlusconi”. Fini esprime parole di apprezzamento per il ministro dell’Economia: “Il governo finora si è retto sul triangolo Berlusconi-Bossi-Tremonti. E’ di Tremonti il merito di non averci trascinato al Pireo. E il vero responsabile dei ‘tagli lineari’, su cui sono stato e resto critico, è Berlusconi, che preferiva avere tutti i ministri scontenti – magari per giocarseli contro Tremonti – piuttosto che scegliere dove tagliare ancora di più e dove investire. Ora sia Berlusconi che Bossi lo mettono sotto pressione perché sanno che loro due usciranno dalla politica insieme”.