Torna, perlomeno negli Stati Uniti, la febbre delle acquisizioni e delle fusioni societarie, un’ attività che in pratica era ferma da diverso tempo, salvo alcune eccellenti eccezioni, e che sembra appunto adesso registrare una vistosa accelerazione, in concomitanza con la ripresa del mercato azionario.
Dopo l’ offerta ostile da 3,9 miliardi di dollari lanciata ieri dalla canadese Alcan (alluminio) sulla francese Pechiney, ed a poche settimane di distanza dall’ offerta altrettanto ostile di Oracle (una delle maggiori società mondiali del software) su PeopleSoft – per un controvalore di 6,3 miliardi di dollari – oggi è stata la volta di altre tre operazioni di M & A a movimentare il mondo finanziario nordamericano.
Ha cominciato EMC, uno dei colossi nel data-storage, che ha raggiunto un accordo per rilevare Legato Systems, per un controvalore di 1,3 miliardi di dollari, interamente in azioni. Poi, nel pomeriggio ora europea, sono state comunicate altre due operazioni. La prima – a carattere ostile – interessa il comparto dei componenti per auto, con ArvinMeritor che ha offerto 2,2 miliardi di dollari (interamente in contanti) per acquisire Dana Corp..
Più o meno alla stessa ora, inoltre, Yellow, che è una delle società leader nell’ autotrasporto, ha raggiunto un accordo per rilevare la rivale Roadway, con un esborso di 966 milioni di dollari, parte in azioni e parte cash. Il tutto nella prospettiva di creare un colosso in questo settore, a livello mondiale, con un giro d’ affari che stato l’ ultimo anno di sei miliardi di dollari complessivamente per le due aziende.
Le recentissime novità venute su questo fronte sembrano quindi essere in linea con un atteggiamento di ritrovata fiducia che si respira in Borsa, dove proprio ieri l’ indice Nasdaq composite, riportandosi ben oltre quota 1.700 punti, ha toccato i massimi dal maggio 2002, quindi da oltre un anno a questa parte. E si sa come le operazioni di M & A (mergers and acquisitions) siano influenzate in maniera decisiva dalla situazione della Borsa.
Negli ultimi anni, iniziative di questo tipo sono state appunto accantonate, salvo – come si è detto – poche anche se significative eccezioni, con la conseguenza fra l’ altro di incidere pesantemente sui bilanci delle banche d’ affari, che in passato hanno tratto cospicui guadagni dalle commissioni lucrate dalle fusioni ed acquisizioni.
Pur nel grigiore generale, in ogni caso qualche rilevante operazione di questo tipo è andata in ogni caso in porto in tempi relativamente recenti. E’ il caso in particolare della fusione da 60,0 miliardi di dollari nel comparto farmaceutico fra Pfizer e Pharmacia, che ha portato alla creazione del primo gruppo mondiale del settore. O di quella (da 20,2 miliardi di dollari) che ha interessato le rivali di sempre Hewlett-Packard e Compaq nel comparto dei personal computer, fortissimamente voluta dal chief executive officer di HP, Carly Fiorina, e che peraltro si sta rivelando positiva, in base ai recenti dati trimestrali.