Società

FINANZA USA:
C’E’ UNA BOLLA
DI ONESTA’

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(WSI) – A prima vista, nella finanza a stelle e strisce sembra sia scoppiata un’epidemia d’onestà. Il trauma generato dagli «scandalosi» crack Enron e Worldcom, a cavallo tra 2001 e 2002, pare aver dato i suoi frutti. Che, a ben vedere, poco o nulla hanno a che fare con la coscienza degli amministratori societari. Uno di questi è infatti la legge sulla governance altrimenti nota come Sarbanes-Oxley, che restringe i cordoni dei controlli contabili e impone ai senior executive di certificare in prima persona i documenti finanziari della società. Risultato?

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Il numero degli azionisti sull’orlo della proverbiale crisi di nervi, causa fraudolente irregolarità di bilancio, è drasticamente diminuito. Secondo uno studio condotto dalla facoltà di legge dell’Università di Stanford, lo scorso anno il numero delle securities-fraud class action, vale a dire le cause collettive rivolte contro gruppi accusati di imbrogliare le carte in tavola a danno dei soci, sono diminuiti del 17% rispetto al 2004. Un dato che è inoltre inferiore di ben dieci punti percentuali rispetto alla media del periodo 1996-2004. Negli Stati Uniti lo scorso anno sono state intentate 176 securities-fraud class action, contro le 213 che hanno visto la luce nel 2004.

In soldoni, le perdite segnalate dalle querele di gruppo sono scese lo scorso anno del 33% a quota 99 miliardi di dollari, contro i 147 miliardi del 2004. I bersagli storici di questo tipo di querele sono le società di telecomunicazioni e tecnologiche in genere. Ma si tratta di un trend che nel 2005 ha subito un crollo del 32% rispetto all’anno precedente. «Non è comunque il caso di stappare lo champagne – commenta Joseph Grundfest, decente nella Stanford Law School – Ci vorranno almeno due anni per capire se si tratta di un fenomeno duraturo». È dunque presto per riposare tra quattro guanciali. Meglio che gli azionisti dormano con un occhio aperto.

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