
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – In estrema sintesi penserei che tra qualche mese inizierà una crisi molto, molto grossa, ma bisogna fare una premessa perchè non c’è niente di più facile al mondo che fare il catastrofista a buon mercato.
I profeti di sventura in genere hanno torto e bisogna stare molto attenti a non farsi trascinare su questa strada del catastrofismo che ignora come poi milioni di individui reagiscano alle difficoltà e alle crisi in tanti modi “microeconomici” che non vengono notati dai media e dagli esperti che si fissano sulla “macroeconomia”. Io non sono nato pessimista e catastrofista, mi danno istintivamente fastidio quelli che oggi vanno di moda come Grillo o Blondet che vengono citati qui sul forum per i quali al mondo non va mai bene niente. Anzi in questo sito ho in pratica rotto con diverse persone all’inizio proprio perchè ero l’ottimista filo-americano e fiducioso nel mercato e nell’economia globale.
Quando ho cominciato intorno al 2001-2002 in un periodo di borse in crisi, 11 Settembre, Enron, Argentina… sono rimasto spiazzato dalla quantità di interventi catastrofisti sul Forum (ricordo per chi c’era “michelino” “lu.luke” “noir” “usemlab” “rael” e altri che poi sono scomparsi) e ho reagito, forse anche per la coloritura politica che molti davano, sostenendo invece che non era la fine del mondo quando lo S&P500 da 1.500 era sceso a 1.100, poi 1.000 poi 900 fino a 780 punti e anzi un occasione per comprare, che la politica della FED di tagliare i tassi e di Bush di espansione fiscale avrebbe funzionato, che il sistema non era marcio e alla frutta come la maggioranza diceva e che sia l’economia che le borse si sarebbero riprese.
Questo per buona parte del 2002 e inizio 2003, cioè nel 2002 il forum era pieno di interventi che dicevano che c’era troppo debito, che la bolla del debito era scoppiata ed era la fine. Da metà 2003 invece come sappiamo è arrivata l’onda di rimbalzo che si è estesa nel 2004, l’economia si è ripresa nel mondo, la paura del terrorismo dopo la strage di Madrid e Londra e la stagione dei tagli di teste in video si è ridotta, non si è più parlato di Bin Laden, si è cominciato a parlare di Cina, di India, poi di Brasile, Est Europa, del boom del materie prime, si è parlato di Boom Globale, gli immobili sono diventati un settore bollente e fino al 2006 io sono stato contento di aver avuto alla fine complessivamente ragione, anzi sono rimasto stupito verso metà 2006 che le cose andassero così bene.
A partire da fine 2006 mentre l’onda di rialzo arrivava in tutto il mondo e la gente investiva in fondi Vietnam o Cina o India ho cominciato a leggere molto sui derivati e sul boom immobiliare e del credito e a scrivere che c’era qualcosa che non andava. A leggere troppo ci si fa influenzare e si perde il polso del mercato che continuava a salire per cui a fine 2006 e inizio 2007 ero negativo mentre le borse salivano e l’entusiasmo diventava generale per tutto: materie prime, emergenti, Cina, Brasile, small cap italiane, DAX, fondi immobiliari.
Ho ignorato il fatto che il mercato saliva ai massimi e continuato a insistere che c’erano troppe cose che non andavano sul lato Cina, India, Deficit esteri, Boom immobiliare e del Credito, Globalizzazione e Delocalizzazione, Ingegneria Finanziaria e Derivati esotici e alla fine ho completamente rovesciato il mio modo di pensare rispetto alla situazione, vedendo e anticipando una crisi finanziaria globale stile anni ’30 imminente nel mezzo di un boom generale delle borse e di tutti gli asset.
Da luglio 2007 una crisi finanziaria e bancaria è però improvvisamente scoppiata e dopo il crac delle borse di gennaio e dopo i crac di diverse banche e alcune ondate di panico alla fine anche i giornali ora ne parlano e cominci di nuovo a sentire scenari catastrofisti come nel 2002.
Da febbraio però ho spiegato che le azioni delle banche centrali possono guadagnare alcuni mesi di tempo e mi sembra che ci sia ora una PAUSA in questa crisi, che questo “intermezzo” possa durare fino ad agosto e che si possa sfruttare tatticamente per fare qualche soldo comprando azioni.
Ma continuo a scrivere un mucchio di post di tipo “economico-filosofico” che magari non sembrano molto utili praticamente per avvertire che a differenza del 2001-2003 ad esempio questa volta siamo nei guai, questa volta si è rotto qualcosa veramente a tutti i livelli (vedi qua per una rassegna), che le famiglie italiane di lavoratori dipendenti in particolare vanno verso il soffocamento finanziario e questo non è solo un fatto sociale ma l’ingrediente cruciale su cui si regge tutta la piramide economica.
Volendo sintetizzare al massimo, a mio avviso da settembre-ottobre 2008, al massimo massimo da gennaio 2009 quando la nuova amministrazione americana entrerà in funzione, inizierà una crisi finanziaria globale che si scaricherà in particolare sugli Stati Uniti e su paesi occidentali deboli come l’Italia e che può dare conseguenze simili agli anni ’30.