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(WSI) –
Si stringe la morsa di Bankitalia,
Consob e Tesoro intorno a
Cesare Geronzi. Dopo l’attacco
di Via Nazionale sulla corporate
governance degli istituti di
credito, il ministero dell’Economia
è pronto a varare il regolamento
che ridisegna i requisiti
di onorabilità e indipendenza degli
amministratori bancari.
Il nuovo testo, secondo quanto
risulta a Finanza & Mercati,
sarebbe ormai alle battute finali.
La bozza è già pronta, e proprio
in questi giorni dovrebbe
subire gli ultimi ritocchi per recepire
i rilievi mossi da Bankitalia
e Consob. I tempi sono brevissimi,
tanto che, secondo
quanto anticipato a F&M da
fonti vicine al dicastero di Via
XX Settembre, il dossier potrebbe
essere già chiuso entro i primi
di dicembre.
Ma sui contenuti c’è ancora il
massimo riserbo. Quel che sembra
certa è l’intenzione di rafforzare
le disposizioni del 1998,
considerate eccessivamente
«garantiste». Specie dopo il reintegro,
da parte delle assemblee
degli azionisti, degli amministratori
coinvolti nel crack Italcase-
Bagaglino. Il che accende
un faro proprio su Geronzi, condannato
in primo grado per
quella stessa vicenda e rinviato
a giudizio per i casi Parmalat e
Cirio.
parla di questo articolo nel Forum di WSI
La stretta sul criterio di onorabilità
potrebbe essere un duro
colpo per il presidente del Consiglio
di sorveglianza di Mediobanca,
già alle prese con le ultime
disposizioni di vigilanza impartite
da Mario Draghi. Tra
cui quelle che riguardano il modello
dualistico di governo societario,
adottato proprio da
Piazzetta Cuccia e da Intesa-
Sanpaolo.
Il governatore di Bankitalia
ha perseguito chiaramente il
principio della netta separazione
tra funzioni di gestione e funzioni
di controllo. E, pur trattandosi
di un provvedimento generale,
anche in questo caso il primo
a farne le spese è stato proprio
Geronzi. L’ex presidente di
Capitalia, oltre ad essere numero
uno di Mediobanca, nella banca
d’affari presiede anche i comitati
nomine, remunerazioni e
governance, siedendo contemporaneamente
alla presidenza
del patto di sindacato.
Leggere anche l’articolo:
REPORT ATTACCA GERONZI
Seguendo gli indirizzi di Via
Nazionale, se la proposta di direttiva
passasse così com’è, il
banchiere romano non potrà essere
nominato vicepresidente
di Generali (la principale partecipata
di Piazzetta Cuccia) cui
era stato candidato dai soci
francesi della merchant bank.
E, per di più, non è ancora detto
che possa continuare a dirigere
i comitati interni, «di cui –
sempre secondo quanto stabilito
dalla Banca d’Italia – debbono
far parte componenti indipendenti
dell’organo di supervisione
strategica». Una prerogativa
che, se applicata alla lettera,
porterebbe allo smantellamento
dei comitati retribuzione
e nomine di Mediobanca, dove
gli indipendenti sono del tutto
assenti.
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