Fra i servizi offerti da alcuni promotori Fideuram a Firenze ai loro clienti ci sarebbe stata anche la “blindatura” di patrimoni, con riferimento alla gestione di redditi non ufficiali o per questioni legate a successioni e donazioni, comunque finalizzate a nascondere la reale consistenza dei patrimoni.
E’ quanto si ricaverebbe dalla segnalazione inviata alla procura di Firenze, il 26 luglio 2001,dalla Consob, che trasmise alla magistratura anche una sorta di “opuscolo” informativo sul servizio, stampato su carta non intestata. Anche in base alla segnalazione della Consob sono partiti gli accertamenti sui promotori Fideuram da parte dei finanzieri del Gico del nucleo toscano di polizia tributaria della Guardia di Finanza, coordinati dal pm fiorentino Paolo Canessa, già impegnati in un’inchiesta analoga che tre anni fa aveva coinvolto i promotori della Ing Italia.
Anche in quel caso le indagini, non ancora concluse, avevano ipotizzato un sistema parallelo di gestione attraverso il quale trasferire all’estero fondi neri di imprenditori e professionisti. Nell’opuscolo relativo alla “blindatura” dei patrimoni,arrivato alla Consob forse attraverso un cliente, sarebbero state fornite anche indicazioni tecniche, come nel caso di versamenti in contanti, da effettuare in una determinata filiale fiorentina di Fideuram, ovvero, se si trattava di somme superiori ai 20 milioni, da eseguire attraverso un fiduciario.
Intanto i finanzieri sono già al lavoro per esaminare la documentazione acquisita ieri (tanti i computer prelevati da case e uffici) nel corso delle 196 perquisizioni effettuate in 12 regioni a carico di 92 promotori finanziari di Fideuram e di cinque funzionari di Fideuram Bank Suisse, per i quali si ipotizza il reato di abusivismo finanziario (uno dei promotori é accusato anche di riciclaggio), legato alla raccolta e alla gestione di fondi, al di fuori dei canali legali, per trasferirli poi in Svizzera.
Le perquisizioni hanno riguardato poi altre otto persone, estranee a Fideuram, indagate a vario titolo per usura e riciclaggio, fra le quali anche l’ex capitano del Milan e della Nazionale Franco Baresi, insieme alla moglie, e un imprenditore di Vigevano, Antonio De Rose. Si tratta di persone nei confronti delle quali sarebbero emersi elementi durante le indagini a carico dei promotori Fideuram. Controlli saranno poi disposti sulla provenienza dei fondi dei clienti trasferiti in Svizzera, per accertare eventuali illeciti.