Sono in corso dalla notte scorsa perquisizioni in tutta Italia dopo la scoperta, da parte del Gico (il Gruppo investigativo sulla criminalità organizzata) del nucleo della Polizia tributaria della Toscana, di un sistema illegale per la raccolta e la gestione di ingenti quantità di denaro, che venivano trasferite all’estero tramite, in particolare, promotori finanziari della Fideuram.
L’ insieme dei capitali che un centinaio di promotori finanziari di varie regioni italiane, fra cui soprattutto Toscana e Lombardia, raccoglievano e spostavano all’ estero appoggiandosi alle strutture della sede svizzera della banca ammonta a “svariati milioni di euro”. I fondi, in gran parte, provenivano da “evasione fiscale”. I promotori compiacenti di Fideuram Suisse hanno portato in Svizzera soldi dei propri clienti, soprattutto imprenditori, retrodatando le operazioni e, una volta “lavati”, questi soldi sono stati fatti rientrare in italia approfittando dello “scudo fiscale”.
Fra i 106 indagati figurano anche cinque funzionari Fideuram, domiciliati in Italia, ma che lavoravano o avevano lavorato nella sede svizzera dell’ istituto.
Per sette degli indagati è stato ipotizzato il reato di riciclaggio e due di essi sono sospettati di usura.
Le perquisizioni (196 in dodici regioni), condotte dalla Guardia di Finanza, sono state disposte dal pubblico ministero della Procura di Firenze, Paolo Canessa, che ha indagato oltre 100 persone. Oltre alla Toscana, l’inchiesta interessa la Lombardia, il Veneto, il Piemonte, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, l’Emilia Romagna, il Lazio, l’Umbria, la Campania e la Valle d’Aosta.
E dopo l’avvio dell’indagine, Fideuram ha accusato un pesante calo in Borsa: a metà mattinata il titolo segnava meno 4,22 per cento. Giù anche il titolo San Paolo Imi, che cede il 2,57 per cento.
Ventiquattro degli oltre ottanta promotori Fideuram
indagati dalla procura della Repubblica di Firenze per abusivismo finanziario, operavano in Lombardia, dove la Guardia di Finanza ha notificato 28 avvisi di garanzia ed eseguito 49 perquisizioni. Le indagini si sono concetrate in particolare su un personaggio di Voghera, in provincia di Pavia,: si tratta di Antonio De Rose, considerato un esperto nella gestione di denaro. De Rose maneggiava sempre cifre superiori alle centinaia di migliaia di euro, che gli imprenditori gli affidavano, per far sparire quanto accumulato con l’evasione fiscale.
In particolare, De Rose sarebbe stato in grado di tramutare le somme in valute scarsamente reperibili in Italia, o di farli giungere in Svizzera servendosi di abili complici. Due persone sono accusate di usura. De Rose ed un altro indagato lombardo sono invece indagati per riciclaggio, ma potrebbe partire anche l’accusa di falsificazione di scritture contabili.
“Non abbiamo nessun commento da fare, seguirà una nota più tardi”: così un portavoce di Banca Fideuram ha reagito alla notizia che alcuni suoi promotori sarebbero al centro dell’indagine.
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