Economia

Fiat, trattative su Pomigliano in stand-by

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(Teleborsa) – Non si è ancora conclusa l’estenuante trattativa sindacati-Fiat sullo stabilimento di Pomigliano, o meglio si è conclusa solo in parte. Dopo il “si” di quattro sigle sindacali, la Fiom ha posto il veto definendo il documento dell’azienda torinese “inaccettabile” poichè il testo mette “in discussione diritti individuali, deroghe al Ccnl con profili di illegittimità in materia di malattia e diritto allo sciopero”. I lavoratori di Pomigliano sarebbero “sotto ricatto”, secondo la Fiom, poichè si trovano a dover “scegliere tra mantenere un posto di lavoro e rinunciare ai loro diritti individuali” mentre il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, dichiara che la posizione della Fiom equivale a “dire di no a 700 milioni di investimenti” e che si tratta di una “una cecità enorme”. “E’ non voler fare il bene di questo paese”, ha tuonato la Marcegaglia, chiedendo a gran voce di “cogliere la sfida”. Si tratterebbe di salvare 15.000 posti di lavoro e rendere lo stabilimento più competitivo con la produzione della Nuova Panda. Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, “l’accordo di Pomigliano è un punto di svolta storica nelle relazioni industriali italiane”. “La scelta di effettuare un investimento in Italia delocalizzandolo da un Paese (Polonia) caratterizzato da condizioni più favorevoli per mezzo di un accordo pesante, di uno scambio forte tra gli attori sociali vale molto più di tanti incentivi finanziari”, ha dichiarato Sacconi. Oggi la casa torinese ha convocato alle 14 a Roma i sindacati dei metalmeccanici che venerdì scorso avevano siglato l’intesa, cioè Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl, mentre la settimana prossima la parola passerà ai lavoratori con un referendum. Intanto stamane sono state pubblicate le immatricolazioni auto in Europa, che hanno evidenziato un calo per il Lingotto maggiore di quello del mercato. A maggio il Gruppo Fiat ha immatricolato 88.900 nuove autovetture nell’Europa a 27, segnando una flessione del 22,7%, contro il -8,7% dell’intera zona. In calo anche la quota di mercato al 7,9% dal 9,2% registrato a maggio 2009 mentre ad aprile 2010 la quota si era attestata al 7,7%.