Fiat è sotto gli occhi del mercato, che questa mattina giudicherà l’accordo raggiunto sulla quota detenuta dal gruppo torinese in Italenergia.
Dunque, Fiat cede il 14% di Italenergia alle tre banche socie, cioè Banca di Roma, IntesaBci e San Paolo Imi, le cui singole quote sono ancora da definire.
In questo modo il Lingotto taglia la sua partecipazione al 24,6% e il proprio indebitamento per €576 milioni.
La somma verrà pagata a Fiat per circa il 40% al momento della firma dei contratti e per il residuo entro la fine del 2003.
Ciò che rimane in mano a Fiat, cioè il 24,6%, viene vincolato come pegno a fronte di un finanziamento da €1,15 miliardi.
Il finanziamento viene concesso da un consorzio di banche guidato da Citigroup.
E’ prevista una opzione put nei confronti di EdF (azionista Italenergia con una quota del 18% circa e diritti di voto congelati al 2%), da esercitare nel marzo 2005 relativamente al 24,6% di Italenergia in suo possesso.
Secondo gli accordi, oltre al fatto che le tre banche avranno un’opzione di uscita nel 2005 e
potranno vendere con un put & call negoziato con Edf il 23% di Italenergia tra il primo gennaio e il 28 febbraio 2005, anche Carlo Tassara potrà vendere il suo 20% in Italenergia con un put & call negoziato con EdF tra marzo e aprile 2005.
Alla fine, nel marzo 2005 Fiat sarà in grado di ottenere il controllo di Italenergia decidendo di non esercitare il put nei confronti di EdF e
avendo esercitato la prelazione sui trasferimenti delle partecipazioni delle banche e di Tassara.
Il prezzo delle azioni Italenergia oggetto del put & call negoziato con EdF sarà pari al più alto tra €3,50 per azione incrementato del tasso di interesse composto annuale del 7%, e il net asset value delle azioni Italenergia al 31 dicembre 2004, determinato sulla base del prezzo di mercato di Edison maggiorato dell’8%.