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FIAT SI PIEGA AI GUAI SOCIETARI E POLITICI

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Al Lingotto piove sul bagnato e anche oggi il titolo si trova sotto pressione malgrado il passaggio di Banco Fiat al Banco Itaù, seconda maggiore banca privata brasiliana, per €243 milioni.

La notizia avrebbe dovuto rincuorare un po’ gli animi, visto che attraverso questa operazione Fiat prevede di ridurre di €800 milioni l’indebitamento lordo e di €100 milioni l’esposizione finanziaria netta.

Allo stesso modo, la secca smentita al quotidiano Le Monde di una nuova dismissione avrebbe dovuto rasserenare questa atmosfera di forte disimpegno che invece avvolge il titolo.

Torino ha infatti fatto sapere che non c’è l’intenzione di uscire dal settore turismo attraverso la cessione della propria quota in Club Med. L’ipotesi che era stata ventilata aveva preoccupato soprattuto per i prezzi di carico della quota in portafoglio, ben più alta dell’attuale livello dei titoli. La smentita non sembra aver fugato i timori.

Ma ad affossare il titolo oggi sono due fattori su tutti: uno economico e uno politico.

I dati sulle immatricolazioni di auto nuove in Italia a novembre sono stati negativi per Fiat, benchè siano migliorati a livello generale.

Malgrado le agevolazioni all’acquisto dunque il marchio Fiat perde quota nel cuore degli italiani e questo da una parte conferma la profonda crisi del gruppo a livello produttivo, mentre dall’altra rafforza dubbi e perplessità sul piano di riassetto industriale in questo momento di confronto con le parti sociali e con il governo.

E proprio da Palazzo Chigi arriva l’altro elemento negativo per il titolo, quest’oggi dopo che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha criticato apertamente l’attuale board della Fiat con frasi che da Torino hanno commentato come “incomprensibili e fuori luogo”.

Il titolo stamani ha aperto con un forte gap negativo che l’ha portato a €9,33. Ora ha leggermente recuperato a quota €9,55.