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FIAT-OPEL: MARCHIONNE TENTA L’ULTIMO BLITZ DA MERKEL

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Una colazione fissata da tempo diventa l’occasione, per Fiat, di giocare le ultime carte utili per portare a casa la Opel. Oggi, a Berlino, in missione per il Lingotto ci saranno sia l’amministratore delegato, Sergio Marchionne, sia il vice presidente nonché rappresentante dell’azionista Exor, John Elkann.

I due andranno divisi, il primo sbarcherà in Germania direttamente dall’America, il secondo partirà da Torino. Entrambi, però, hanno il medesimo obiettivo: sciogliere le ultime perplessità del governo tedesco sull’offerta Fiat. Per farlo metteranno sul tavolo del cancelliere Angela Merkel e del ministro dell’Economia Karl-Theodor zu Guttenberg una duplice garanzia: quella industriale, anima del piano Marchionne, e quella societaria, prerogativa della famiglia Agnelli.

L’amministratore delegato presenterà il suo progetto sia alla Merkel che a zu Guttenberg. Un’offerta che, arrivati a questo punto, non farà altri sconti. Come sottolineato ieri anche dal presidente Luca Cordero di Montezemolo: «Il piano è chiaro, ora credo che la cosa importante sia stare fermi sul progetto presentato».

Così Marchionne punterà sugli aspetti industriali e strategici della proposta torinese, ma anche sul fatto che nessuno stabilimento verrà chiuso, che dei 10 mila tagli previsti solo 2 mila saranno a carico della Germania, che saranno garantiti i 4 miliardi di fondi pensioni e che per portare a termine tutto ciò la Fiat avrà bisogno di 6 e non di 7 miliardi dal governo tedesco da ripagare in quattro anni.

E per quanto riguarda quel miliardo che manca, le risorse potranno essere raccolte con l’Ipo della newco auto o magari anche grazie al supporto delle banche global coordinator nominate dal Lingotto. Partendo da questi punti fermi, il manager cercherà di convincere la Merkel, già oggi in un faccia a faccia inedito ma anche domani nel corso di un incontro allargato a tutti gli offerenti (quindi anche con Magna e Ripplewood), a privilegiare la proposta italiana. In realtà, pare che il Cancelliere sia già orientata a supportare il progetto Marchionne. Poi è possibile che il manager incroci anche zu Guttenberg ma in un momento diverso rispetto a John Elkann.

Il presidente di Exor e vice della Fiat aveva in agenda da diverso tempo una colazione di lavoro organizzata dall’ambasciatore italiano Puri Purini con l’imprenditoria tedesca. Prima di sedersi a quel tavolo, però, Elkann andrà da Guttenberg. Non è difficile immaginare che uno dei temi sui quali il ministro cercherà di avere maggiori garanzie sarà il supporto che la famiglia intende dare al progetto. Sul piano economico, ma probabilmente anche sul fronte azionario. Cercherà di ottenere conferme rispetto a uno dei punti cardine di questa possibile operazione, ossia la continuità manageriale e la fiducia incondizionata a Marchionne, ma anche su come gli Agnelli interpreteranno il ruolo di azionisti del secondo player mondiale nel comparto auto.

Di certo, Torino non potrà che ribadire il totale appoggio di Exor e dei suoi soci al piano Marchionne e lo spirito da «investitori di lungo periodo» che muove gli interessi della famiglia. Non a caso, il presidente onorario di Exor, Gianluigi Gabetti, ieri ha precisato: «La diluizione di Exor non è scontata, dipenderà dalle modalità dello spin off e dalla futura composizione della nuova società». La speranza, in ogni caso, è che il passo verso Opel «si possa compiere».

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