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(WSI) – Merrill Lynch inverte la rotta su Fiat e nonostante «l’impressionante recupero del titolo, il successo di Grande Punto e l’ottimo lavoro di Sergio Marchionne per la riduzione dell’indebitamento», declassa le azioni del gruppo da hold a sell.
Una bocciatura inattesa e controcorrente (le altre case d’affari, a eccezione di Deutsche Bank che da tempo consiglia di vendere, hanno giudizi tra buy e hold) che ha rovinato la festa del Lingotto a Piazza Affari il giorno dopo la pubblicazione dei dati sulle immatricolazioni di giugno (divulgati lunedì a mercati chiusi). Gli investitori, invece di premiare la società presieduta da Luca Cordero di Montezemolo che per il sesto mese di fila ha mantenuto la quota di mercato sopra il 30%, hanno seguito il suggerimento di Merrill spingendo il titolo in rosso dell’1,8% a 10,34 euro. Un colpo non gradito per l’amministratore delegato Marchionne, da parte di una banca che fino a ieri veniva considerata assai vicina. Fu proprio Merrill Lynch, un anno fa, a coordinare assieme a Ifil e Exor l’operazione di equity swap che ha permesso alla famiglia Agnelli di mantenere saldo il comando di Fiat, evitando le spire di Lehman Brothers.
Ma i tempi, evidentemente, sono cambiati. Nel lungo report intitolato «End of a Great run for now?» (Fine di una grande corsa?), gli analisti della banca americana analizzano tutti i business di Fiat (Fiat Auto, Cnh, Iveco, Ferrari), mettendo in luce punti di forza e debolezze. E proprio l’andamento ancora troppo debole dell’auto porta il capo della ricerca di Merrill, Stephen Reitman, a una conclusione che si scontra con l’ottimismo manifestato di recente anche dalle stesse agenzie specializzate: «Non ci sono i presupposti per un prossimo innalzamento del rating. Fiat potrà riconquistare il livello investment grade solo a metà 2008».
Marchionne, da mesi, sta lavorando con questo obiettivo: ha già fatto cassa con la vendita di una serie di partecipazioni non core, come Buc, Sestrieres e Ipi e ha allungato le scadenze del debito. Un appuntamento con l’agenzia Standard & Poor’s per discutere l’upgrade (che per ora è a livello junk, BB-) è atteso dopo la pubblicazione dei dati del secondo trimestre. Intanto, visto che i titoli del Lingotto hanno sovraperformato l’Eurostoxx del 36% dall’inizio del 2006 (e del 72% da aprile 2005 quando toccò i minimi), per Merrill è meglio vendere.
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