(ANSA) – NEW YORK, 2 APR – L’ad di Fiat, Sergio Marchionne, non vuole la bancarotta ‘pilotata’ di Chrysler e lo ha detto al Tesoro Usa e al collega Robert Nardelli.I negoziati del Lingotto hanno cosi’ rischiato per un po’ di incagliarsi ma alla fine dovrebbe spuntarla, anche se occorrera’ attendere il ritorno del presidente Usa Barack Obama che l’aveva ipotizzata come via d’uscita.
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‘Chrysler non dovrebbe far ricorso alla bancarotta’, ha detto Marchionne nei colloqui temendo riassetti societari diversi dalle intese.’Ritengo che dobbiamo lasciare tutte le opzioni sul tavolo ma mi auguro di raggiungere conclusioni che il presidente Usa e il Tesoro trovino appropriate’, ha detto a Nardelli che sosteneva di non poter escludere il ricorso alla bancarotta. C’e’ comunque fiducia tra i due, anche perche’ i dati sulle vendite in marzo di Chrysler,pur scese del 39%, sono tornate per la prima volta dal settembre 2008 sopra quota 100.000 unita’. E questo da’speranza nel faccia a faccia tra i due amministratori. Anche se i nodi sono molti:il raggiungimento di un accordo con i sindacati, la riduzione del debito della piu’ piccola delle tre sorelle di Detroit, un’icona americana il cui rilancio il presidente americano affida a Marchionne. Ma se per l’ad della casa torinese questa sfida ‘e’ un importante riconoscimento’ delle sue capacita’ qualunque sia la conclusione della vicenda, Fiat fra le cose da risolvere ora vede l’attuale proprieta’ di Chrysler dopo l’ingresso di Cerberus che ha rilevato da Daimler un altro 20%, la stessa quota che Obama voleva affidare a Torino anziche’ il 35% del precedente accordo. (ANSA).