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FIAT: LE IPOTESI SUL FUTURO DIVIDONO GLI ANIMI

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Il futuro di Fiat spacca gli ambienti bancari e di governo.

C’è un’ipotesi, che per esempio piace al ministero del Tesoro ma non alla Banca d’Italia, secondo la quale Ferrari potrebbe controllare marchi storici come Alfa Romeo e Maserati e Fiat, ma senza il peso del settore auto.

Nella sua nuova veste Fiat manterrebbe alcuni dei suoi gioielli di famiglia, come per esempio Toro.

Su questa ipotesi di lavoro, riferisce l’agenzia di stampa Reuters, stanno ragionando ambienti finanziari e politici ai più alti livelli.

E’ un’idea che, come detto, piace a Mediobanca e alla stessa Fiat, e in ambito governativo al ministro dell’Economia Giulio Tremonti e al direttore generale del Tesoro, il torinese Domenico Siniscalco.

Va ricordato che Mediobanca il 30 giugno ha concluso l’acquisto da Fiat del 34% di Ferrari per un controvalore di €775,2 milioni e ha contestualmente ceduto una quota del 12,5% a controparti bancarie italiane ed estere (Popolare Emilia l’1,5%, la tedesca Commerzbank il 10%).

Mediobanca ha tempo 24 mesi per lo sbarco in Borsa di Ferrari ma Fiat potrebbe anche
decidere di riacquistare la quota esercitando un call e pagando un interesse alla banca.

Dall’operazione si sono chiamati fuori gli istituti che hanno partecipato al finanziamento da €3 miliardi eventualmente convertibile in titoli Fiat (Banca Roma, San Paolo Imi e IntesaBci ai quali si sono aggiunti Unicredit, Bnl, Mps).

Tornando agli schieramenti contrapposti: sarebbero contrari all’ipotesi allo studio, sempre secondo le fonti ascoltate da Reuters, il ministro per le Attività produttive Antonio Marzano, il ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione e una consistente fascia di An. In ambito bancario: il governatore di Bankitalia Antonio Fazio e il presidente di Capitalia Cesare Geronzi.