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FIAT IN RECUPERO, MA IL DEBITO FA PAURA

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Fiat (+0,29% a €15,49) recupera un po’ di terreno dopo le forti perdite dei giorni scorsi.

Le vendite, secondo gli operatori, sono legate alla crisi del settore auto e al maxi aumento di capitale appena concluso (sottoscritto al 99,5%), e che rilancia anche in Italia il timore di possibili crack finanziari.

Il problema, stando a importanti indiscrezioni di stampa riportate oggi, sarebbe legato al maxi indebitamento del gruppo automobilistico torinese.

Secondo il Wall Street Journal, la Banca d’Italia avrebbe lanciato un “avvertimento” a una importante banca italiana, che stava per concedere un prestito a una controllata Fiat.

L’autorevole quotidiano finanziario scrive che “Bankitalia avrebbe suggerito a San Paolo IMI (+1,06%) e a Banca di Roma (+1,34%) di non partecipare, insieme ad altri istituti, a un forte prestito per diversi miliardi di euro a Edipower, uno dei consorzi in gara per acquistare una delle centrali per la produzione di energia elettrica (Genco) messe all’asta da Enel (+1,60%).

Il debito della casa torinese ammontava a circa €6 miliardi alla fine del 2001. Secondo gli analisti interpellati dal quotidiano statunitense, Fiat “non ha problemi di liquidità”, ma è evidente che “una società che ha perso circa il 40% del proprio valore negli ultimi 12 mesi ha dei problemi”. E il debito è uno di questi.

Fiat aveva anche annunciato di voler portare al 40% la propria quota nel mercato auto italiano, ma i dati di gennaio hanno fatto segnare un brusco arretramento delle vendite con una quota del 35%.

Nel pomeriggio sono stati pubblicati anche i dati di un’importante controllata del Lingotto, quelli della Case New Holland Global.

Nel quarto trimestre 2001, la CNH ha registrato un fatturato consolidato di $2,413 miliardi, in crescita del 6,5% rispetto allo stesso periodo del 2000.

L’azienda ha però segnato una perdita consolidata di $155 milioni in rialzo rispetto ai $134 milioni del 4° trimestre 2000. L’utile per azione è stato negativo per $0,35, valore che rientra globalmente nelle stime degli analisti di Thomson FirstCall.

Nell’intero 2001, la società ha fatturato $9,715 miliardi, mentre l’utile operativo è salito del 54% rispetto al 2000 a $245 milioni.