Mentre e’ in corso l’assemblea degli azionisti, il titolo Fiat accelera al ribasso. Il mercato sembra snobbare le rassicurazioni del numero uno Sergio Marchionne. Il manager ha detto di vedere il gruppo vicino al breakeven quest’anno, definendo il 2010 di transizione. Atteso anche un miglioramento in tutti i settori in cui il Lingotto opera. Ma ha anche messo le mani avanti: ci vorranno altri quattro anni prima che il settore delle quattro ruote torni ai livelli pre-crisi.
Non bastano nemmeno le indicazioni sulla cedola. “Pagare i dividendi e’ un atto dovuto”, ha riferito Marchionne che ha spiegato: “il 2010 si presenta come un anno di transizione. I mercati in cui operano i nostri business vivranno ancora una situazione piuttosto difficile ma tutti i settori miglioreranno le loro performance rispetto al 2009, di pari passo con il ritorno alla normalita’ delle condizioni macro-economiche internazionali”. Fara’ eccezione il business di auto e componenti: il loro andamento “sara’ positivo, ma condizionato dal mancato rinnovo degli incentivi in Italia, dove pero’ (ha assicurato) “ci sono progetti ambiziosi”.
La stoccata al governo non e’ finita. “Oggi stiamo vivendo un altro gioco pericoloso, un nuovo tiro al bersaglio contro la nostra azienda. Mi riferiscono non solo a quello che scrivono i giornali, che nella maggior parte dei casi fanno il loro lavoro e riportano dichiarazioni, penso piuttosto alle dichiarazioni di alcuni esponenti del mondo politico, sindacale e a volte imprenditoriale. La Fiat non pretende di essere salutata ogni giorno con le fanfare, ma non troviamo giusti nemmeno i fischi gratuiti, ci piacerebbe vedere un po’ di equilibrio”.
Il manager ha continuato con toni decisi: “Nessuno puo’ dire che viviamo alle spalle dello Stato o che vogliamo abbandonare il Paese”. Marchionne ha poi aggiunto che “la storia ha dimostrato che i profeti si sbagliavano. Purtroppo le sirene dei detrattori le abbiamo gia’ sentite suonare altre volte. Nel 2004 non c’era una sola voce autorevole a scommettere sulla rinascita di questa azienda. La gara era indovinare la fine piu’ cruenta”.
Marchionne ha confermato i target 2010: la previsione e’ di ricavi di circa 50 miliardi di euro e un utile della gestione ordinaria tra 1.1 e 1.2 miliardi di euro. Il risultato netto sara’ vicino al break even e l’indebitamento netto industriale superiore ai 5 miliardi di euro. Il manager ha aggiunto che il gruppo “disporra’ di risorse piu’ che adeguate per una transizione a quello che ci si aspetta essere un contesto di mercato normalizzato nel 2011 e negli anni successivi”.