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FIAT: IL MERCATO GIUDICA L’ADDIO DI CANTARELLA

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Fiat si presenta al mercato all’indomani delle dimissioni di Paolo Cantarella, amministratore delegato di Fiat, considerato al Lingotto “l’uomo dell’auto”.

Oggi il titolo si fa forte anche della conferma del rating A3 sul credito a breve da parte di Standard & Poor’s che con puntualità cronometrica si è espressa poco dopo la notizia delle dimissioni, ritirando lo scomodo creditwatch emesso il 24 aprile scorso.

Cantarella, questa è la sensazione che circola sul mercato, paga il prezzo della crisi di Fiat Auto e segna in qualche modo la fine di un’epoca, con le banche che riescono a mettere, almeno potenzialmente, un piede dentro il Lingotto e con una maggiore finanziarizzazione del gruppo.

Già alcuni giorni fa il Financial Times aveva preannunciato che “gli investitori istituzionali e le banche creditrici del Gruppo Fiat si stanno preparando a realizzare una spietata riorganizzazione del top management”, e aveva messo qualche punto interrogativo accanto al nome di Cantarella.

L’uscita del top manager, la seconda nel suo genere in meno di un anno (Roberto Testore, allora era lui l’amministratore delegato di Fiat Auto, lasciò a fine 2001), di fatto arriva a pochi giorni dal rientro in Italia del presidente onorario di Fiat, Gianni Agnelli, che subito ha riunito la famiglia per discuterere sul da farsi. Gianni Agnelli passa per il membro della famiglia più legato ai destini dell’auto.

Va solo a memoria di cronaca il fatto che il fratello Umberto Agnelli, nel corso dell’ultima assemblea Ifil di cui è presidente, aveva invece sottolineato come la situazione di Fiat fosse difficile per colpa delle condizioni congiunturali “ma anche probabilmente per alcuni
errori manageriali avvenuti in passato”.

Probabilmente non è stato un caso se in quell’occasione abbia voluto esprimere “piena fiducia” nell’amministratore delegato di
Fiat Auto, Giancarlo Boschetti, che “gode personalmente di tutta la mia stima”.