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FIAT: IL GIUSTO ADDIO DI MORCHIO SPIAZZA LA BORSA

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Borsa disorientata dal terremoto al vertice della Fiat e titoli in discesa, ma senza tracolli. Le dimissioni inattese dell’amministratore delegato Giuseppe Morchio, dopo solo 15 mesi al vertice del Lingotto, non sono state state accolte bene a Piazza Affari ma la temuta caduta, alla prova del mercato, non c’é stata, complice anche il clima semifestivo dovuto alla chiusura di Wall Street e Londra e, più tardi, l’emergere del nome di Sergio Marchionne come possibile successore di Morchio.

Partita in discesa con un minimo della giornata a 5,59 euro (-3,6%) segnato in avvio, Fiat si è presto attestata su ribassi nell’ordine del 2% per poi ridurre le perdite quando nel pomeriggio si sono fatte più circostanziate le indiscrezioni sul prossimo arrivo di Marchionne, oggi al vertice della società di certificazione Sgs e consigliere indipendente del Lingotto. A fine seduta le azioni Fiat hanno limitato i danni e lasciato sul terreno l’1,04% a 5,736 euro in un mercato che ha chiuso con gli indici pressoché stabili.

Scambi intensi (sul Lingotto si è concentrato un quarto del controvalore totale, 239 milioni su 989 milioni di euro) e pari al 5,2% del capitale. Ifil ha ceduto inntato il 2,06% a 2,85 euro e Ifi l’1,17% a 7,6. La compostezza finale di Piazza Affari si spiega – è il commento che si raccoglie nelle sale operative – all’individuazione del nome del successore di Morchio che, insieme al già deciso arrivo alla presidenza di Luca di Montezemolo, fa intravedere un rapido superamento del vuoto di potere creatosi alla guida del gruppo dopo la morte di Umberto Agnelli.

Le perplessità peraltro non mancano, anche perché all’opera dell’ex Ad era legata la fiducia del mercato nel piano di risanamento che dovrebbe portare Torino fuori dalla crisi. La possibile nomina di Marchionne, commenta un operatore, viene letta dal mercato come un nuovo cambio di impostazione, poiché rispetto a Morchio è un manager che si presenta con attitudini diverse”.

“La sfida di Montezemolo e di Marchionne, se il nome di quest’ultimo sarà confermato dal cda di domani, è di continuare sulla strada del risanamento, finora solo parzialmente realizzato, di cui era garante Morchio”, commenta un analista, che ricorda come, seppur ridotta rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, la perdita del Lingotto nel primo trimestre abbia sfiorato i 194 milioni di euro. La vera prova col mercato è rinviata comunque a domani. “Bisogna vedere come reagiranno gli investitori esteri” alla riapertura delle piazze oggi chiuse, osserva un trader.

FIAT: MARCHIONNE, SUPERMANAGER DI INDUSTRIA E FINANZA

(ANSA) – TORINO, 31 MAG – Sergio Marchionne, indicato come nuovo amministratore delegato della Fiat, guida dal febbraio del 2002 un gruppo industriale leader nella certificazione di qualità delle aziende, la Societé Generale de Surveillance. Con sede a Ginevra, Sgs conta 36 mila addetti e un migliaio di uffici sparsi per il mondo. E’ un’ azienda del portafoglio Ifil (ne detiene il 23,8% attraverso Worms), la finanziaria della famiglia Agnelli presieduta da Gianluigi Gabetti.

Il suo curriculum comprende numerose esperienze industriali e finanziarie e dal maggio 2003 fa parte del consiglio di amministrazione della Fiat, come indipendente. Nato nel 1952, ha doppia nazionalità, canadese e italiana. E’ dottore commercialista, oltre che avvocato. In Canada ha svolto anche la prima parte delle proprie esperienze professionali. Dal 1983 al 1985, infatti, ha esercitato la professione di dottore commercialista, esperto nell’ area fiscale alla Deloitte Touche.

Dal 1985 al 1988 è stato controller di gruppo e poi director dello Sviluppo aziendale presso il Lawson Mardon Group di Toronto. Nel 1989 e nel 1990 ha ricoperto l’ incarico di executive vice president della Glenex Industries, dal 1990 al 1992 di vice president per la Finanza e chief financial officer alla Acklands. Sempre a Toronto, nel periodo tra il 1992 e il 1994 ha ricoperto, nell’ ordine, la carica di vice president per lo sviluppo legale e aziendale, di chief financial officer e di segretario al Lawson Group, acquisito dal gruppo farmaceutico Alusuisse Lonza nel 1994.

Lo stesso Algroup di Zurigo dove dal 1994 al 2000 è stato, executive vice president per lo sviluppo aziendale, chief financial officer e poi amministratore delegato. In seguito ha guidato il Lonza Group, separatosi da Alusuisse Lonza, in veste di amministratore delegato, prima, e di presidente poi. Dal febbraio del 2002 è amministratore delegato del Gruppo Sgs di Ginevra, azienda leader mondiale nei servizi di ispezione, verifica e certificazione, un’ attività che comporta una approfondita conoscenza dei processi industriali.

FIAT: MARCHIONNE ALLA GUIDA, TANDEM CON MONTEZEMOLO

(ANSA) – TORINO, 31 MAG – Il sostituto di Giuseppe Morchio sarà il manager italo-canadese Sergio Marchionne, consigliere di amministrazione di Fiat e amministratore delegato della Sgs, società svizzera leader nella certificazione delle aziende. La scelta sarà ufficializzata domani con la designazione da parte del cda del Lingotto, il primo presieduto da Luca Cordero di Montezemolo.

Un nome a sorpresa, fuori dalla rosa di quelli circolati ieri ed oggi (Bernabé, Profumo, Andrea Guerra, della Merloni, Demel, nuovo ad del Settore Auto). Una scelta che cade su un uomo ben conosciuto da Gianluigi Gabetti, l’ ottantenne fidatissimo consigliere della famiglia Agnelli che da ieri è il presidente dell’ accomandita, la cassaforte cui fa capo il controllo delle attività industriali e finanziarie della dinastia.

Infatti Marchionne, che ha 52 anni, dal febbraio 2002 é amministratore delegato della Societé Generale de Surveillance, colosso della certificazione di qualità quotato in Borsa in Svizzera, che rientra nelle galassia delle società di cui Ifil, una delle due finanziarie degli Agnelli presieduta da Gabetti, ha una significativa partecipazione azionaria. Gabetti ha dunque avuto modo di valutarne il profilo professionale sia in campo industriale sia in quello finanziario.

Sembra che il suo nome abbia prevalso alla fine su quello di un altro manager ben conosciuto da Gabetti, Mario Garraffo, responsabile per l’ Italia di General Electric capital e in passato responsabile dell’ Ifint (braccio finanziario estero degli Agnelli, poi diventata Exor) a New York. Domani vi sarà la consacrazione ufficiale da parte del cda e subito dopo la presentazione alla stampa, al Centro storico Fiat, da parte di Montezemolo.

La ferita aperta dalle improvvise e impreviste dimissioni di Giuseppe Morchio è stata dunque subito rimarginata, con una soluzione accolta favorevolmente anche dalle maggiori banche creditrici della Fiat. “Ho sentito il presidente del Sanpaolo Enrico Salza – ha dichiarato il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino – senza farmi alcun nome mi ha però detto che l’ azienda era orientata verso una scelta di alto profilo”.

Il manager che viene da Ginevra avrà un compito difficile, ma agevolato dal lavoro già impostato negli ultimi due anni prima dalla coppia Barberis-Boschetti e poi da Morchio. Secondo ambienti imprenditoriali torinesi, la sua competenza anche in campo finanziario sarà assai utile. Il gruppo ha infatti già uomini assai validi a capo dei suoi settori industriali, da Herbert Demel, il manager austriaco ex Audi che guida da novembre il Settore Auto, a José Maria Alapont, lo spagnolo che a settembre 2003 è stato chiamato a guidare l’ Iveco, a Paolo Monferino che ha raddrizzato i conti della Cnh (il colosso del settore dei trattori e delle macchine movimento terra).

Marchionne avrà il compito importante di vigilare su tutti gli aspetti finanziari collegati al piano di risanamento: l’ indebitamento, il prestito convertendo da 3 miliardi di euro, lo stesso put, il diritto a vendere tutto il settore Auto alla Gm al quale la Fiat rinuncerebbe, ma per il quale richiede un indennizzo (le trattative con gli americani si devono chiudere entro fine anno). Certo Marchionne ha maturato anche una approfondita conoscenza dei processi industriali visto che dal febbraio 2002 guida la Societé generale de surveillance, specializzata nella certificazione di qualità e di sicurezza delle aziende.

Nel suo assetto di vertice Fiat avrà dunque un presidente di prestigio come Montezemolo e un supermanager giovane e di respiro internazionale. In più potrà contare sull’ appoggio pieno e convinto della famiglia Agnelli, che ha mandato in prima linea le sue nuove leve. Alla base del clamoroso divorzio da Morchio vi sarebbe anche questa volontà di mantenere saldo in mano il controllo del Gruppo nonostante la morte di Umberto Agnelli.

L’ ex amministratore delegato, chiedendo di avere per sé anche la carica di presidente (e qualcuno ipotizza offrendosi anche di portare capitali nuovi), si sarebbe spinto troppo in là. “La famiglia – ha sottolineato oggi Montezemolo – ha dimostrato di voler continuare a credere nell’azienda esercitando il suo ruolo di azionista e indicando in tempo brevissimo il nuovo presidente. Mi spiace che Morchio abbia deciso di lasciare l’ azienda”.