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FIAT, GIALLO SULLA GRANDE PUNTO

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(WSI) – Dieci euro. La Fiat targata Sergio Marchionne ha superato ieri, nell’intraday, un livello che soltanto poche settimane fa sembrava non solo lontanissimo ma anche da fantascienza. Il titolo ha toccato un massimo di 10,075 per poi ripiegare leggermente e chiudere a 9,96 in rialzo dell’1,8 per cento.

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Del resto, quella del Lingotto è stata una prima fase di settimana da incorniciare: in quattro giorni ha rosicchiato ben 67 centesimi di euro sulla scia di una serie di notizie interpretate come segnali di ripresa dal mercato. Ultima in ordine di tempo la conversione in ordinarie delle azioni privilegiate Cnh. Proprio ieri sono scaduti i trenta giorni consecutivi con quotazioni sopra 24 dollari per la consociata americana attiva nelle macchine agricole e negli elevatori; si è verificata così la condizione necessaria per procedere alla conversione dei titoli privilegio in titoli ordinari. Il Lingotto passerà dall’84% al 90% del capitale sociale di Cnh, una maggioranza che potrebbe preludere al lancio di un’Opa, al delisting e all’integrazione di Cnh nella capogruppo torinese.

Ma a galvanizzare gli investitori nelle ultime quattro sedute hanno contribuito anche i dati sulle immatricolazioni. Gli ordini complessivi, in Italia e Europa, per la Punto «hanno raggiunto in questi giorni 190mila unità», ha annunciato due giorni fa il responsabile brand e commercial Luca De Meo. Il target di vendite per il primo anno è di 340mila e sembra alla portata visto che il modello è entrato in commercio a settembre e mancano ancora sei mesi.

Ma attorno a questi numeri c’è un piccolo giallo: di queste Punto, quali sono quelle davvero Grandi? Difficile dirlo, dal momento che il dato aggregato fornito dal Lingotto comprende sia il nuovo modello sia la Punto che sfreccia da anni sulle strade d’Europa. E Fiat, come del resto fanno i big dell’automobile, non ha alcuna intenzione di spacchettare il dato. La questione non è certo di lana caprina: Fiat ha fatto di Grande Punto il simbolo del rilancio dell’azienda non solo e non tanto per il design accattivante e l’immagine giovane; Grande Punto è l’auto su cui si basa il ritorno in nero di Fiat Auto perché potrà garantire alti volumi e ampi margini di guadagno.

In base a un sondaggio condotto da F&M tra le concessionarie autorizzate Fiat di tutta Italia, però, da settembre le Grandi Punto vendute sono circa la metà delle Punto complessive. L’altra metà, infatti, sono semplici Nuove Punto, ovvero il restyling del vecchio modello che uscirà di produzione tra un anno circa. La differenza non sta solo in un aggettivo: la vecchia Punto, proprio perché a fine carriera, costa molto meno e fino al 31 marzo gode dell’incentivo fino a 3mila euro in cambio dell’usato. I margini per Fiat, così, sono molto più risicati.

Il responsabile di una delle più importanti concessionarie autorizzate Fiat di Roma, l’unico che ha voluto rilasciare cifre precise, ha confermato a F&M che dal primo settembre a metà marzo sono state vendute 727 Grande Punto contro 625 vecchie Punto. Anche in una concessionaria milanese hanno assicurato che la vecchia Punto va ancora molto grazie al prezzo più vantaggioso. Su Grande Punto viene applicato al massimo uno sconto del 5%, mentre sul vecchio modello il risparmio è tra il 15 e il 20 per cento.

Il primato di Punto in Europa, come rivelato già sabato scorso da F&M Weekend, contiene dunque alcuni elementi da riconsiderare. Innanzitutto, il fatto che è Punto e non Grande Punto la prima in Europa; in secondo luogo, la medaglia d’oro europea per Punto non riguarda tutti i mercati e si deve riferire alle vetture della stessa classe.

L’azienda, dopo il lancio generico delle agenzie di stampa che proclamavano «Punto, la più venduta in Europa a gennaio», ha infatti messo le mani avanti precisando che si tratta del dato per la sua categoria e si limita alla Ue a 15. La postilla, però, era scritta in caratteri microscopici a piede della pagina pubblicitaria «Punto prima auto in Europa» che ha fatto bella mostra di sé per settimane sui principali quotidiani italiani. Il messaggio, comunque, è passato distorto. Se si dice in giro «bella la Grande Punto, vero?» ci si sente comunque rispondere: «Sì, è la più venduta in Europa».

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