Ieri si è svolta una riunione informale di alcuni soci della Giovanni Agnelli & C. Sapa, la cassaforte della famiglia Agnelli.
L’avvenimento, a due giorni di distanza dal rientro dell’Avvocato dagli Usa dove si era recato all’inizio di maggio per un ciclo di cure mediche, è stato ampiamente coperto dalla stampa italiana.
Secondo quanto scrive Il Corriere della Sera, è emersa la volontà di “rimettere l’auto in carreggiata, di vendita non si parla”.
Secondo La Repubblica con il ritorno di Gianni Agnelli è stato confermato “il pieno sostegno al piano di risanamento e alla necessità di fare in modo che questo proceda meglio possibile, assicurando certezze e tranquillità a chi deve
eseguirlo”.
Intanto prosegue il lavoro per ripianare il debito, e mentre si aggiunge anche Mps al pool di banche che entrano in gioco per sostenere finanziariamente Fiat, si tenta entro lunedì di arrivare a un accordo tra i soci di Italenergia per abbassare la quota del Lingotto nell’indebitamento del gruppo.
L’ipotesi che circola, secondo Il Giornale, è che il 15% di Fiat (maggior azionista con una quota del 38%) venga distribuito pro quota fra gli attuali azionisti di Italenergia che hanno un diritto di prelazione: EdF (18%), Tassara (20%), Banca di Roma (9,55%), San Paolo-Imi (7,81%) e IntesaBci (5,99%).
Per il rimanente della quota Fiat (23%) ci sarebbe un’opzione put per EdF al 2005. E non è da escludere l’ingresso di altri soci.