(Teleborsa) – Domani sarà un giorno decisivo per il futuro dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. E’ il giorno in cui la voce passerà ai lavoratori che dovranno esprimersi sull’accordo siglato dai sindacati e dal gruppo, un accordo separato al quale la FIOM CGIL ha scelto di non apporre la propria firma. Durante il tavolo di confronto, chiuso martedì 15 giugno, il gruppo FIAT ha ribadito le condizioni necessarie per portare a Pomigliano la produzione della Panda con investimenti per 700 milioni. Condizioni che per la CGIL suonano ricattatorie, perchè come sottolineato da Guglielmo Epifani, Segretario Generale della CGIL il lavoro non può essere contrapposto ai diritti. Nel documento presentato dalla FIAT, sono due i passaggi attorno ai quali la Confederazione ha espresso maggiore contrarietà “due punti che toccano i diritti fondamentali dei lavoratori come quello dello sciopero e della malattia che vanno rivisti, perchè così come sono non possono funzionare”. Ha specificato Epifani che ha aggiunto “abbiamo consultato insigni giuristi e ci dicono che, senza chiarimenti e correzioni, quelle clausole appaiono illegittime o addirittura incostituzionali”. Intanto domani oltre 5mila metalmeccanici della FIAT di Pomigliano d’Arco verranno chiamati ad esprimersi sull’accordo, “un referendum – ha dichiarato Epifani – a cui i lavoratori dovranno partecipare, perchè è una forma di democrazia. E’ giusto che dicano la loro”.
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