Fiat ha comunicato un sostanziale “profit warning”. L’ipotesi è stata avanzata da qualche operatore di borsa, che si è andato a spulciare la scorsa trimestrale e ha notato delle differenze tra quanto affermato lo scorso 28 febbraio e quanto riferito oggi.
Nel giorno più delicato della sua storia, con le quotazioni sui minimi degli ultimi 10 anni, l’avvocato Gianni Agnelli assente a causa di problemi di salute (è la prima volta della storia di Fiat che l’avvocato salta un appuntamento importante) e un mercato dell’auto in crisi, il colosso torinese sembra aver gettato la spugna, almeno per quanto riguarda l’anno in corso.
“Il nostro obiettivo – ha detto oggi il presidente di Fiat, Paolo Fresco – è quello di raggiungere, nel 2002, un risultato operativo quanto meno in pareggio e un indebitamento netto dimezzato rispetto alla fine dello scorso anno.
Solo due mesi e mezzo fa, lo stesso Fresco aveva confermato ad azionisti e operatori “l’impegno a conseguire un risultato operativo in significativo miglioramento rispetto al 2001“, il cui esercizio si era chiuso con un risultato operativo positivo per €318 milioni.
Fiat dunque abbassa le stime, come aveva ipotizzato l’amministratore delegato di Fiat, Paolo Cantarella, ma nessun accenno è emerso dalla conferenza di oggi.
Confermato invece il piano di dimezzamento del debito da €6 miliardi entro il 2003 attraverso le dismissioni di Comau e Teksid e la quotazione in Borsa di Ferrari.
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