”La maggioranza dei lavoratori era ed e’ convinta che non si potesse perdere questa opportunita’. Credo che i si’ andranno oltre l’80%”. Cosi’, parlando con l’Asca, il segretario regionale Fim-Cisl, Giuseppe Terracciano, che conferma un clima sostanzialmente positivo a Pomigliano d’Arco, fra cui si e’ distinta, nell’arco della giornata, ”una minoranza che ha preferito non esprimersi”.
Rispetto, poi, alla presenza all’esterno della fabbrica di gruppi che contestavano sia l’accordo che il referendum (Cobas, Sel, rappresentanti del Popolo Viola), sottolinea: ”A dire il vero, il clima all’interno e’ stato molto diverso da quello che voi cronisti avete visto qui, fuori dai cancelli. Possiamo parlare di due climi opposti. All’interno l’atmosfera che si respirava era improntata alla responsabilita’ seppur con una nota di rammarico. Fuori, no”.I lavoratori dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco aprono all’accordo. La stragrande maggioranza degli aventi diritto al voto al referendum ha scelto di rispondere si’ alla chiamata del Lingotto che prevede la produzione della Nuova Panda ed investimenti per 700 milioni di euro.
Per tutta la giornata i quasi 5 mila dipendenti hanno votato dalla mattina alle 8. Un consenso atteso quello registrato anche se ancora non si conosce la percentuale di voti contrari (lo spoglio si concludera’ alle 21 e l’esito preciso si sapra’ in nottata). La parola ora passa all’azienda che e’ chiamata a decidere se ci saranno le condizioni per rilanciare Pomigliano. La perdita dello stabilimento per quest’area sarebbe un vero disastro non solo per una provincia in cui il tasso di disoccupazione e’ del 19,7%, ma anche per tutto il Mezzogiorno.
Un clima di attese, speranze e di riscatto quello respirato all’ingresso dello stabilimento. Tanta anche la determinazione dei lavoratori che non ci stanno a passare per quelli che non hanno voglia di lavorare. E’ invece un’assunzione piena di responsabilita’ quella che sono pronti a dare, ma dovra’ essere un impegno reciproco. A fronte di una Fiat disposta a scommettere in questo territorio per i lavoratori ci dovra’ essere anche una Fiat pronta a istituire nuove relazioni sindacali per rinnovate dinamiche da gestire ogni giorno nella fabbrica.
Si apre una nuova stagione dove lavoro e produttivita’ dovranno trovare il giusto equilibrio per riuscire ad integrarsi al meglio. La nuova organizzazione del lavoro e’ pensata all’insegna della flessibilita’ in grado di portare lo stabilimento al suo massimo utilizzo, in modo da poter rispondere alle variazioni di un mercato sempre piu’ veloce e globale. Un progetto che convince come hanno ribadito oggi ancora una volta Cisl e Fim che insieme a Uilm, Fismic e Ugl hanno firmato l’accordo. Resta invece in disparte la Fiom che da strenua sostenitrice della democrazia referendaria non solo si e’ detta contro l’accordo, ma ha anche dichiarato che non firmera’ nemmeno a fronte della maggioranza di consensi dei lavoratori.