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FED & TASSI USA: NON E’ AFFATTO FINITA QUI

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(WSI) – Tassi di Interesse: l’evento del giorno è stato indubbiamente il taglio a sorpresa della Fed che ha abbassato il tasso di riferimento di 75pb al 3,5%. Si è trattato del primo taglio in una riunione non prevista (inter-meeting) dal settembre 2001. La Fed ha giustificato tale intervento col deterioramento delle condizioni del settore immobiliare, del settore finanziario e del credito. Inoltre ha citato un certo indebolimento del mercato del lavoro.

La decisione non è stata unanime, poiché Poole ha votato contro. In seguito a tale decisione si è assistito ad un marcato rimbalzo dei listini azionari europei ed asiatici (questa notte), mentre l’andamento di quelli Usa è stato più erratico, con le borse che hanno chiuso negative. Nel corso della notte poi è arrivata la deludente trimestrale di Apple che ha perso circa il 10% in after hour. I mercati obbligazionari Usa hanno reagito con un forte calo dei tassi, soprattutto sul tratto a 2 anni, dove temporaneamente è stato toccato quasi l’1,95%. Si è verificato un marcato irripidimento della pendenza di curva, con lo spread 2-10 anni salito a 144pb da 128.

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Osservando il mercato dei future, gli operatori scontano che nella riunione della prossima settimana i tassi possa essere effettuato un taglio da 50pb all’80% di probabilità. Tale sensazione potrebbe aver ripercussioni sull’atteggiamento delle altre banche centrali, infatti la Bank of Canada ha successivamente abbassato i tassi di 25pb in un incontro comunque previsto. Nel corso della notte Market News ha segnalato un’indiscrezione secondo la quale la Cina potrebbe rallentare o fermare il percorso di aumento dei tassi alla luce dell’atteggiamento della Fed. Con riferimento alla Bce, gli operatori hanno aumentato le aspettative di un taglio dei tassi, ritenendo che il rallentamento della crescita dovrebbe ridurre le pressioni inflative.

A tale proposito oggi è atteso il discorso di Trichet, soprattutto dopo che ieri la Bce ha declinato ogni commento all’azione della Fed. Per la prima volta dal novembre 2004 i Fed Fund Usa sono più bassi del tasso di riferimento della Bce. In area Euro invece i tassi di mercato hanno chiuso la sessione in rialzo sulla scia dei rialzi delle borse europee. Le tensioni finanziarie hanno penalizzato anche i mercati emergenti con l’Embi+ che ha raggiunto i 290 pb da 272 di venerdì scorso. In rialzo lo spread sul decennale Italia-Germania salito a 38 pb, sulla scia della crisi di governo italiana. Sul decennale il supporto passa a 3,90% e la resistenza a 4%.

Valute: sessione movimentata per l’Euro/Dollaro con il taglio Fed che ha invertito il trend di apprezzamento del Dollaro degli ultimi giorni. Per oggi il cross potrebbe essere sensibile alle parole di Trichet che questa mattina parlerà davanti al parlamento europeo. Per oggi l’area 1,4690/1,4715 costituisce il livello di resistenza più vicino. Il supporto si colloca piuttosto lontano al di sotto di 1,45. Lo Yen ieri è stato particolarmente volatile muovendosi in controtendenza all’andamento dei listini azionari (soprattutto europei). La volatilità è stata molto marcata soprattutto verso Euro dove sembra aver trovato supporto in area 152. La resistenza più vicina si colloca piuttosto distante intorno ad area 158.

Materie Prime: il taglio dei tassi non ha invertito il trend decrescente delle materie prime sebbene abbia contribuito ad attenuare il ribasso. Hanno fatto eccezione il caffè (+1,4%) e l’oro (+1%), quest’ultimo favorito dalla debolezza del Dollaro, in una sessione particolarmente volatile. Sessione volatile per il greggio Wti che dopo aver raggiunto gli 86$/b è risalito intorno agli 89$. Giornata pesante per i metalli industriali con il nichel che ha perso il 4,3%, lo zinco il 2,2%. Giornata negativa anche per gli agricoli guidati dai cali dello zucchero (-3,7%9 e grano (-3%).

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