Società

Federalismo: tre miliardi in piu’ di tasse per le imprese

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(Roma) – “Il nuovo testo del decreto sul federalismo municipale rischia di far aumentare la pressione fiscale locale sulle imprese”. E’ quanto denuncia Rete Imprese Italia secondo la quale il passaggio dall’attuale aliquota ICI, pari in media al 6,49 per mille, alla nuova IMU con aliquota base del 7,6 per mille che, pero’, grazie all’autonomia concessa ai Comuni, potrebbe essere incrementata sino al 10,6 per mille, comporterebbe, in tal caso, un aggravio fiscale sugli immobili strumentali posseduti dalle imprese pari a circa 3 miliardi di euro.

“Sarebbe un pesante aumento per il sistema delle imprese gia’ gravato da una pressione fiscale piu’ elevata rispetto alla media europea” commenta Giorgio Guerrini, Presidente di Rete Imprese Italia. Dalle stime effettuate emerge che, considerando tutti gli immobili adibiti ad attivita’ produttiva (immobili adibiti ad ufficio, negozi e botteghe, magazzini, laboratori per arti e mestieri, opifici, alberghi e pensioni, teatri, fabbricati industriali e commerciali), l’incremento dell’ imposizione ad aliquota del 7,6 per mille sarebbe pari a 812 milioni di euro.

A livello di singola impresa, inoltre, l’aggravio di imposizione rischia di superare alcune migliaia di euro annue in base al Comune nel quale e’ collocata l’impresa stessa. “Il federalismo fiscale che ci piace – sottolinea Guerrini – e’ quello che favorisce la progressiva riduzione della spesa pubblica locale improduttiva e che determina un meccanismo virtuoso in grado di abbassare la pressione fiscale sulle imprese”.

“Ci aspettiamo – conclude – che i Comuni, nell’ambito della propria autonomia tributaria, riducano, come permette la norma, l’aliquota base dello 0,3 per cento. In tal modo le imprese godrebbero di un risparmio di imposta pari a 1,4 miliardi di euro”.