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FED: VERSO UN NUOVO BENCHMARK SUI TASSI?

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(WSI) -Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono rimasti stabili sul tratto a due e dieci anni, lasciando il differenziale 2-10 anni intorno ai 210 pb. In lieve restringimento invece lo spread sul decennale Grecia-Germania sceso sotto i 300 pb dopo che l’asta sul bond a 5 anni ha registrato ordini superiori a 20 Mld€, uno dei più grandi book che la Grecia abbia mai avuto, grazie anche all’elevato rendimento offerto. Oggi in Italia è attesa l’asta da 9,5 Mld€ di Bot a sei mesi e 4 Mld€ del nuovo Ctz 2012, mentre in Olanda saranno emessi titoli 2012 e 2016 fino a 2 Mld€.

Il membro della Bce, Stark, ha dichiarato che l’istituto potrebbe presto normalizzare la sua politica monetaria grazie a migliori condizioni economiche e finanziarie. Al momento, secondo Stark, l’abbondante liquidità non sta minando la stabilità dei prezzi. Allo stesso modo Nowotny, in un’intervista ad Ft, ha affermato che la Bce dovrà presto eliminare le misure straordinarie per evitare che queste creino nuove distorsioni sui mercati finanziari. Oggi l’attenzione sarà rivolta oltre alla pubblicazione dell’indice tedesco Ifo, ai dati ed all’apertura dei listini Usa in attesa delle trimestrale di questa sera.

Negli Usa i tassi di mercato sono saliti in linea alla chiusura positiva dei mercati azionari Usa. Nel corso della notte però i tassi sono tornati a calare in seguito alle tensioni sui mercati asiatici ed alla revisione dell’outlook giapponese a “negativo” da parte dell’agenzia di rating S&P. Sull’Asia hanno pesato anche i timori di possibili ulteriori misure restrittive in Cina, nel tentativo di far rientrare alcuni eccessi presenti nell’economia.

Secondo Bloomberg News, la Fed potrebbe considerare l’adozione di un nuovo benchmark sui tassi d’interesse, sostituendo i classici Fed Fund. Ad inizio anno il presidente della Fed di Richmond, Lacker, aveva dichiarato che un’opzione da considerare poteva essere il tasso sulle riserve in eccesso detenute dalle banche presso la Fed, lasciando i Fed Fund scambiare ad uno spread su di esso. Aumentando il tasso sui depositi (adesso allo 0,25%), i membri ritengono che le banche manterranno una maggiore quantità di fondi presso la Fed, frenando così le possibili pressioni inflazionistiche dovute ad un aumento dei prestiti erogati. La riunione comincia oggi e domani sera sarà pubblicato l’atteso comunicato. Dal punto di vista macro, ieri le vendite di casi esistenti di dicembre sono calate del 17% m/m, un valore peggiore delle attese, a causa del termine a novembre del credito fiscale sull’acquisto di abitazioni. Per oggi sono attesi i prezzi delle abitazioni di novembre calcolati dall’indice S&P/Case-Shiller e la fiducia dei consumatori di gennaio. Sul decennale governativo il supporto si colloca a 3,50%. Con riferimento ai mercati emergenti segnaliamo una curiosità: il rapporto tra il numero di put e call sull’Etf iShares MSCI Mercati Emergenti quotati negli Usa, è salito al livello massimo dall’agosto 2008. Il dato segnala che gli investitori sono diventati molto negativi sull’area emergente e scommettono e/o temono una correzione del mercato.

Valute: apprezzamento del Dollaro vs Euro durante la notte sulla scia delle nuove tensioni sui mercati. L’area di supporto da monitorare continua a stazionare in prossimità di 1,40, mentre la resistenza si colloca a 1,42. Volatilità piuttosto elevata per lo Yen durante la notte in un contesto di marcati ribassi delle borse asiatiche. Verso Euro il cross ha toccato temporaneamente i minimi dallo scorso aprile a 126,13, livello odierno di supporto al di sotto del quale si colloca il successivo a 125. Resistenza dinamica a 128. Verso Dollaro il cross ha toccato i minimi da metà dicembre, scendendo temporaneamente sotto soglia 90. I supporti si collocano a 89,55 e 88,40. La BoJ ha lasciato invariato il tasso di riferimento allo 0,1%, confermando l’impegno nel combattere la deflazione.

Materie Prime: tra gli energetici in rialzo il greggio Wti (+1%), in controtendenza il gas naturale (-1,7%). Misti i metalli industriali con i rialzi di rame (+1%) ed alluminio (+0,5%) ed i cali di zinco (-1,6%) e nichel (-0,9%). Tra i preziosi in rialzo l’argento (+1,2%) e l’oro (+0,6%). Male gli agricoli ad eccezione dello zucchero (+3,5%) che ha messo a segno il nuovo massimo da 29 anni su segnali di aumento della domanda asiatica.

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