Alan Greenspan, durante l’incontro del Federal Open Market Committee previsto per martedi’, dovrebbe iniziare a dare l’idea che la politica di allentamento dei tassi che ha caratterizzato gli ultimi 15 mesi – con 11 riduzioni consecutive – e’ giunta al termine e che presto i tassi d’interesse cominceranno a salire.
Il presidente della banca centrale americana ha recentemente dichiarato al Congresso che la crescita dell’economia nel quarto trimestre dell’anno scorso, a un tasso annuo dell’1,4%, il calo della disoccupazione dal 5,6% di gennaio al 5,5% di febbraio e l’incremento dell’attivita’ produttiva, +5,2% negli ultimi tre mesi dell’anno scorso, e delle vendite al consumo fanno pensare che la recessione stia per finire.
Sulla base di tali commenti e degli ultimi dati economici, gli analisti di 14 delle 22 banche e societa’ mobiliari che operano direttamente con la Fed hanno pertanto previsto – in un sondaggio condotto da Bloomberg – che Greenspan non fara’ piu’ menzione del rischio della debolezza economica e adottera’ una posizione piu’ neutrale. Nessuno dei 65 economisti intervistati da Bloomberg prevede pero’ che la Fed aumenti i tassi all’incontro di martedi’.
Anche l’ex vicepresidente della Fed Alan Blinder e’ certo che la recessione sia finita e ha commentato che il difficile compito della Fed sia ora quello di stringere la morsa monetaria senza pero’ intralciare la ripresa.
Gli analisti ritengono che la Fed possa infatti spingere al rialzo i costi dei finanziamenti privati e commerciali con il solo cambiamento di opinione sul futuro dell’economia, senza necessariamente ricorrere all’aumento dei tassi, ora all’1,75%, il minimo degli ultimi 40 anni.
Dalla testimonianza di Greenspan del 7 marzo il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni – a cui sono legati i mutui immobiliari – e’ cresciuto di oltre un quarto di punto percentuale al 5,36% e di conseguenza il tasso fisso medio dei mutui a 30 anni e’ salito la scorsa settimana dal 6,87% al 7,08%.
Secondo Mark Zandi, capo economista di Economy.com i tassi di finanziamenti auto e mutui per la casa stanno crescendo e potrebbero rallentare la spesa al consumo e il settore immobiliare e di conseguenza rallentare la ripresa.
L’inflazione, comunque, rimane sotto controllo e questo, secondo John Silvia, capo economista di Wachovia Corp., dovrebbe prevenire un aumento dei tassi da parte della banca centrale.
Secondo Maury Harris, capo economista della banca d’investimento UBS Warburg, pero’, il tasso dei fondi fed sara’ troppo basso una volta che la ripresa sara’ in atto.
La Fed, quindi, da martedi’ dovrebbe dare il segnale che l’attuale posizione neutrale si sta spostando verso l’aumento dei tassi – previsto da Peter Hooper, capo economista di Deutsche Bank, per giugno.
Diane Swonk di Bank One, pero’, ricorda che la Fed non vuole essere prevedibile e mette in guardia gli investitori da ogni eventuale sorpresa di Alan Greenspan.