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FED: DAL TEXAS IL DISSENSO CONTRO ALAN GREENSPAN

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Il presidente della Federal Reserve di Dallas e’ convinto che presto sara’ il caso di abbassare i tassi d’interesse; lo ha fatto sapere al termine di un intervento presso la National Association for Business Economics.

“Superato lo scoglio del ‘caro petrolio’ – ha detto Robert McTeer – non sarei sorpreso se l’inflazione diminuisse e cosi’ i tassi d’interesse”.

Le sue dichiarazioni sono un preciso segnale di dissenso nei confronti del numero uno della Banca centrale Usa: Alan Greenspan.

Il presidente della sede di Dallas, noto per essere un convinto sostenitore della ‘New Economy’, abbraccia la tesi secondo la quale sei strette sui tassi nell’arco degli ultimi 15 mesi rischiano di provocare una frenata eccessiva dell’economia, con indesiderate ripercussioni sui profitti aziendali.

“La tecnologia consente di crescere senza generare eccessiva inflazione”, aveva detto McTears lo scorso anno quando voto’ per due volte consecutive contro l’aumento dei tassi.

La tesi del presidente della Fed di Dallas e’ la seguente: “Non bisogna usare strette di politica monetaria perche’ la crescita e’ troppo rapida o perche’ la disoccupazione e’ bassa. Non si combatte il benessere a colpi di rialzi sui tassi”.

Un’eresia alle orecchie dei seguaci del ‘Greenspan-pensiero’, secondo i quali l’unico modo per scampare al pericolo dell’inflazione e quindi di una brisca recessione e’ guidare l’economia a un ‘atterraggio morbido’.

Le parole di McTears sono probabilmente destinate a trovare molti consensi a Wall Street come fra i piccoli investitori, ma il presidente della Fed di Dallas non potra’ far pesare la sua opinione durante la prossima riunione del FOMC, il comitato della Federal Reserve che decide le scelte di politica monetaria.

Il presidente texano e’ infatti e’ uno dei membri con diritto di voto a rotazione e sino al 2002 dovra’ limitarsi ad ascoltare. A meno di non fare proseliti fra i colleghi. Il presidente della Fed di Chicago, Michael Moskow, parlando questa mattina di produttivita’, ha fatto capire che le posizioni non sono cosi’ distanti.

Da Washington nessun commento. Il segnale da parte della sede centrale della Federal Reserve e’ che solo un’opinione conta davvero, ed e’ quella di Alan Greenspan.

Questo l’esito delle ultime riunioni del FOMC, il comitato della Federal Reserve che decide in materia di politica monetaria:


Data

Variazione

Quota

30/06/99

+0,25%

5,00%

26/09/99

+0,25%

5,25%

05/10/99

5,25%

16/11/99

+0,25%

5,50%

21/12/99

5,50%

02/02/00

+0,25%

5,75%

21/03/00

+0,25%

6,00%

16/05/00

+0,50%

6,50%

28/06/00

6,50%

22/08/00

6,50%

Fonte: Federal Reserve

(Vedi anche: Usa: l’economia rallenta, forse troppo, Usa: inflazione, Greenspan non ha capito niente e Borsa: ”Alan Greenspan, si crede di essere Dio?”)