Da tempo si mormora che Alan Greenspan, presidente della Federal Reserve, stia per lasciare ed il rumor circolato oggi sulle sue dimissioni a fine anno non e’ che l’ultimo di tanti.
Alcuni giorni fa il Wall Street Journal aveva preso in esame il problematico passaggio di consegne al vertice della Fed, pressoche’ inevitabile nei prossimi quattro anni.
Greenspan ha gia’ 75 anni ed e’ a capo della Fed da quasi 14 anni – il periodo piu’ lungo dopo i 19 anni di William Mc C. Martin – e il suo termine scade nell’agosto del 2004, nel bel mezzo delle elezioni presidenziali.
Greenspan, quindi, potrebbe dare le dimissioni anticipate, rendendo piu’ facile per George Bush nominare un successore e ottenere l’approvazione del Senato o potrebbe rimanere fino al 2005 se mancasse l’approvazione alla persona che Bush decidera’ di nominare.
Il problema maggiore sembra essere il fatto che Greenspan non ha cercato di preparare un successore e finora non e’ emerso nessun rivale della sua statura.
La mancanza di ‘erede’ per Greenspan poi potrebbe significare guai per gli investitori.
Ogni nuovo capo della Fed deve infatti dimostrare le sue capacita’ per tenere a bada le pressioni inflazionistiche. Gli USA potrebbero poi beneficiarne se Greenspan svelasse al possibile successore il suo approccio all’economia.
“Immaginiamo che il successore di Greenspan decida di continuare la sua politica monetaria – ha commentato Gregory Mankiwm economista di Harvard – come potrebbe fare, visto che la politica non e’ mai stata spiegata?”
La Fed ha pero’ adottato un approccio piu’ aperto durante l’era Greenspan e ora anche William Poole, presidente della Fed di St. Louis ammette che “il mercato reagisce come se capisse il modello adottato dalla Fed”.
Alan Greenspan ha dalla sua parte il fatto di essere un economista anticonvenzionale e di capire – dopo 50 anni di osservazione dell’economia – meglio di altri come funziona. Purtroppo, pero’, non spiega la sua visione in modo che gli economisti convenzionali possano capirla.
Forse e’ una sua scelta cosi’ da poter avere maggiore flessibilita’.
In ogni modo dovrebbe fare il possibile perche’ la politica monetaria che ha dimostrato ampio successo non venga abbandonata dal suo successore.
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