
L’economia americana “peggiora”: i consumi si stanno indebolendo, mentre le condizioni del mercato immobiliare sono anemiche. Il quadro tracciato dalla Fed nel Beige Book ritrae un’economia, quella americana, che sta progressivamente scivolando in recessione. Una conferma, quindi, di quanto dichiarato dal presidente della Fed Ben Bernanke al Senato, davanti al quale ha ammesso che una recessione negli Usa è possibile.
I tre quarti dei distretti della Fed – spiega il Beige Book – hanno provato un “rallentamento del ritmo dell’attività economica”, con solo Boston, Cleveland e Richmond a constatare che l’attività è risultata “mista o ferma”. Nel precedente Beige Book, pubblicato in marzo, solo due terzi dei distretti avevano riportato un indebolimento dell’economia. A pesare sono i consumi che risultano “deboli” in tutto il paese, constata il Beige Book, osservando come la domanda di immobili risulta “anemica”. Le società di servizi finanziari hanno accusato un “una decelerazione nella domanda di prestiti”.
Il rapporto mantiene elevata la pressione sulla banca centrale per un ulteriore taglio dei tassi di interesse per contrastare il rallentamento dell’economia. L’aumento dei prezzi di alimentari e commodity, conferma però che l’inflazione resta una preoccupazione e il maggiore ostacolo a un allentamento deciso della politica monetaria. A marzo il tasso d’ inflazione è salito dello 0,3%. Al netto di cibo e petrolio, l’indice ha segnato un aumento dello 0,2%. Su base 12 mesi la variazione dell’indice dei prezzi al consumo a marzo è stata pari a +4,0%, la stessa registrata a febbraio. L’indice ‘core’ (al netto di cibo ed energia) ha segnato un rialzo del 2,4% dopo il +2,3% di febbraio che rappresentava la crescita più modesta dallo scorso ottobre.