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FEBBRE DELL’ORO E NUOVO MASSIMO STORICO

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Aggiornato — Valanga di acquisti sull’oro: il prezzo spot continua ad aggiornare il record storico, a Singapore si scambia $1.054,20 dollari l’oncia. Al Nymex di New York il future consegna a dicembre quota $1.054,40 l’oncia, in rialzo dell’1%. Il lingotto ha guadagnato circa il 20% quest’anno,Se puo’ interessarti, in borsa si puo’ guadagnare accedendo alla sezione INSIDER. Se non sei abbonato, fallo subito: costa solo 76 centesimi al giorno, provalo ora!

Il metallo prezioso è sostenuto soprattutto da vivaci ricoperture legate alla debolezza di fondo del dollaro, al timore che la moneta Usa possa perdere il suo ruolo di valuta di riferimento globale, ma soprattutto alla convinzione che lo scenario macroeconomico attuale non potra’ che provocare inflazione negli Stati Uniti. E cio’ nonostante i prezzi dei bond e quelli di Wall Street – scrive l’agenzia Bloomberg – suggeriscano una calma apparente e l’assenza di tale preoccupazione. Anzi, il presidente della Federal Reserve Bank di New York, William Dudley, lo scorso 5 ottobre ha detto che “il rallentamento dell’inflazione e’ problematico per l’economia – scrive Bloomberg – e che i tassi d’interesse dovrebbero rimanere bassi”.

Gli acquisti speculativi di oro potrebbero preludere anche ad un improvviso ribaltamento dell’andamento e ad una caduta a candela, con il via alle vendite short. Sul breve e medio termine infatti le previsioni ottimistiche di chi e’ long sul metallo giallo sono assolutamente in conflitto con le previsioni sia della Federal Reserve (di cui pero’ c’e’ poco da fidarsi) sia della maggior parte degli economisti bancari, mentre gli Stati Uniti emergono dalla piu’ grave recessione dai tempi della Grande Recessione.

A favorire l’acquisto del bullion sono stati altri due fattori. Primo, il rialzo dei tassi di interesse deciso ieri dalla banca centrale in Australia dello 0.25%, il che dimostra che l’economia si rafforza e se il pil mondiale cresce salira’ anche l’inflazione (contro cui l’oro e’ un ombrello). Secondo, in parte anche il rumor (poi smentito) su una eventuale decisione dei paesi del Golfo Persico di smettere di utilizzare il biglietto verde per le transazioni petrolifere. Acquisti assolutamente speculativi, dunque, si affiancano a buy definiti “tecnici”, per via del contestuale apprezzamento di altre materie prime tra cui il petrolio (segnale che implica pressioni inflazionistiche). Il tutto comunque contribuisce ad alimentare la dinamica che ha portato l’oro al nuovo top storico di queste ore. Dall’inizio dell’anno il gold si è apprezzato di circa +20%.

Il metallo giallo si avvia a mettere a segno il nono anno consecutivo di rialzi, con accelerazione nei mesi recenti dovuta al fatto che l’oro e’ da sempre considerato un “paracadute”, un’assicurazione o hedge (come si dice in gergo finanziario) contro la doppietta inflazione e dollaro debole. Secondo Bloomberg, il piu’ recente consensus degli economisti di Wall Street stima che i prezzi al consumo negli Stati Uniti risulterano in calo dello 0.5% nel 2009, la prima discesa in 50 anni.

Gli analisti di Deutsche Bank, quotati sempre da Bloomberg, hanno pronosticato lo scorso 1 ottobre che il bullion potrebbe toccare $1100 l’oncia nel 2010 mentre Mark O’Byrne, del broker GoldCore di Dublino, ha detto che “la domanda per un ammortizzatore contro i rischi finanziari spedira’ l’oro a quota $2000”, senza pero’ specificare quando. Il settore – va notato – e’ pieno di isolazionisti e cospiratori libertari che non credono a modernita’, mercato finanziario, progresso. Gli amanti dell’oro sono profondamente anti-federalisti (negli Stati Uniti) e ritengono (solo in parte giustamente) che il capitalismo con i suoi eccessi abbia fallito il suo compito. Costoro adesso hanno molta piu’ visibilita’ di prima, grazie ai loro siti internet, ma vivono di fatto con la nostalgia della convertibilita’ dollaro/oro abolita dal presidente Usa Richard Nixon negli anni Settanta.