«Abbiamo fatto la riforma venerdì e ieri ci saremmo attesi un atto di sensibilità istituzionale del Governatore dopo che lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva auspicato “una soluzione di coscienza”. Ma non è venuto». È quanto ha sottolineato il ministro dell’Economia Domenico Siniscalco a Cernobbio durante il Workshop Ambrosetti. «Se fossi stato in lui me ne sarei andato da tempo, ma la “moral suasion” non ha funzionato, farò i miei passi nelle sedi istituzionali».
La riforma di Bankitalia è stata varata dal Governo «per affrontare il profilo della credibilità dell’istituzione, che è altra dalla “legittimità”» ha continuato il ministro dell’Economia, sottolineando che «la credibilità è rispetto uniforme delle regole, delle tempistiche dei processi, delle varie opportunità, della trasparenza e imparzialità nei confronti di tutti». «La credibilità è anche necessaria per dare al pubblico la sensazione che tutto – ha aggiunto – sia a posto: queste sono le valutazioni che abbiamo fatto anche parlando con la commissione europea» ha concluso Siniscalco.
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BANKITALIA: SINISCALCO SFIDUCIA GOVERNATORE FAZIO
4 Settembre 2005 17:29 CERNOBBIO (ANSA) – Il Ministro dell’Economia, Domenico Siniscalco sfiducia il Governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio. “La moral suasion non è servita: aspettavamo un atto di sensibilità istituzionale dopo il Consiglio dei Ministri ma non è arrivato. Al suo posto io me ne sarei andato da tempo”, sottolinea il ministro a Cernobbio, annunciando di essere pronto a fare i propri “passi nelle sedi istituzionali”.
Già oggi, al di là della riforma che fissa in 7 anni la durata in carica – ha scandito di fronte alla platea degli economisti riuniti a Villa d’Este, seduto accanto al premier Berlusconi – il mandato “non è a vita ma a tempo indeterminato”, ha incalzato Siniscalco che non ha mancato di ricordare come una soluzione “di coscienza” da parte di Fazio, sia stata auspicata anche dal premier. Sarebbe stata prassi, a fronte di un passaggio come quello varato venerdì dal Governo, farsi da parte, lascia così intendere Siniscalco che torna anche a rivendicare l’importanza della riforma per la credibilità del paese.
“Ci allinea all’ Europa – ha detto rilevando anche il cambiamento degli assetti azionari – e ci restituisce credibilità, che non è solo legittimità, ma anche trasparenza, pari opportunità nella tempistica e nella procedura, trasparenza uniforme nella comunicazione, imparzialità da tenere nell’intero percorso. Di più – ha aggiunto il ministro – la trasparenza è anche la sensazione che il pubblico ha rispetto a un’ intera vicenda”.
Da via Nazionale, intanto, tutto tace. Il Governatore oggi è impegnato in una riunione familiare, in occasione della promessa spirituale della sua quartogenita Maria Chiaria. Ma ambienti da sempre a lui vicini prendono le distanze dalle parole di Siniscalco. “Le dichiarazioni del ministro sono sorprendenti. Probabilmente all’Economia siamo in presenza di uno stato confusionale”, fa sapere il vicepresidente dell’Udc in Senato, Ivo Tarolli: “se il Cdm voleva una determinazione diversa – aggiunge – avrebbe potuto adottare un disegno di legge diverso”.
“Siniscalco parla a titolo personale”, gli fa eco il senatore di Forza Italia Luigi Grillo che si ipotizza sia stato oggi con il Governatore al ricevimento per la cerimonia religiosa della figlia. “Conosco le decisioni assunte dal Consiglio dei ministri e le dichiarazioni del presidente del Consiglio onorevole Berlusconi, ritengo – prosegue Grillo – che le esternazioni di Siniscalco siano il frutto di un suo personale intimo pensiero non in sintonia con quanto deciso dal Cdm e né con il premer”.
“Il paese non può permettersi mesi e mesi – incalza però Siniscalco da Cernobbio – di critiche sulla stampa internazionale. Non può permettersi una credibilità minata nelle fondamenta: per quanto certe campagne possano esser strumentali, c’é ormai un’ etica ‘transnazionale’ da rispettare e delle regole da far prevalere sugli interessi delle persone”. Tutto parte dagli scontri su Bnl e Antonveneta, anche se prima ancora “c’erano stati i casi di Cirio e Parmalat, dei bond Argentina”, ricorda Siniscalco rilanciando anche “l’importanza di riprendere in mano anche la riforma sul risparmio”.
Quanto ai casi Bnl e Antonveneta, al di là delle responsabilità o meno di Bankitalia, secondo il ministro si tratta di confronti che comunque vanno visti “così come la bella operazione Unicredit-Hvb, come un procedere nell’ ambito di un quadro di consolidamento del sistema bancario contemporaneo in Europa, dove l’ 80% delle aggregazioni avviene normalmente all’ interno dei paesi e il 20% in via transnazionale”. Quanto al fatto che molte banche (Intesa, Unicredit, Mps, Carige, Bnl, San Paolo Imi, Capitalia e altre ancora) siano all’ interno della compagine azionaria di Bankitalia, poco importa. Il punto principale e, secondo Siniscalco, “tornare ad essere credibili”.
E, intanto, i sindacati della Fabi-Bankitalia alzano il tiro: dopo l’ipotesi di uno sciopero, avanzato ieri dalla Falbi, il sindacato rilancia chiedendo il coinvolgimento di tutte “le federazioni e confederazioni” per una mobilitazione “unita” contro il Governatore. Nonché – spiega il responsabile Lando Sileoni – l’intervento del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi”.(ANSA).