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FATE LARGO A UN MILIARDO DI DOLLARI

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(WSI) –
Per ottenere validi risultati in Borsa è possibile puntare su società a diverso grado di capitalizzazione. Personalmente propendo verso società con un valore di mercato che si aggira intorno al miliardo di dollari. Lo considero infatti uno spartiacque significativo, una cifra di confine tra le small e le mid cap.

Solitamente sono società abbastanza grandi per avere una solida storia operativa alle spalle ma, al tempo stesso, rimangono sufficientemente piccole per essere piuttosto trascurate dagli analisti e dai grandi money manager.

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Dal 2001, nel mese di ottobre, costruisco così il «Billion Dollar Portfolio», selezionando dieci titoli con un valore di mercato vicino al miliardo di dollari. Finora il rendimento medio, a 12 mesi, dei portafogli è stato del 28% contro il 9% dell’ S&P500. Tutti i panieri hanno realizzato rendimenti positivi e hanno anche sempre battuto l’indice americano.

La lista dello scorso anno ha reso il 34% (dividendi inclusi), contro il 15% dell’S&P500. La migliore performance è stata quella di Oregon Steel Mills [[(OS)]] in rialzo del 101% dall’ottobre 2005. A seguire Jack in the Box [[(JBX)]], che è salita dell’82 per cento. Su dieci titoli selezionati lo scorso anno ben nove hanno visto crescere il loro valore. L’eccezione è stata United Fire & Casualty [[(UFCS)]] in ribasso del 28 per cento. Sono sicuro che prima o poi anche la mia lista incapperà in qualche abbaglio. Ma vale la pena provarci ancora. Vediamo perciò cosa ci riserva il Billion Dollar Portfolio nei prossimi 12 mesi.

Cominciamo con Earthlink [[(ELNK)]] con sede ad Atlanta, in Georgia, quarto fornitore Usa di servizi Internet. Nel 2005 la società ha chiuso in utile il suo secondo esercizio dopo un lungo decennio di perdite. Quest’anno però i profitti diminuiranno. Pesano le perdite di Helio, joint venture nel segmento wireless. Earthlink, però, sta controllando le spese meglio del solito e vanta un bilancio di alta qualità, senza debiti di lungo e breve termine.

Interessante è anche Hercules Offshore [[(HERO)]], una piccola società di Houston, in Texas. Hercules è attiva nella perforazione di giacimenti petroliferi e gas naturale nelle acque basse del Golfo del Messico. Gli analisti hanno stimato per l’anno in corso un utile per azione di 3 dollari, ben il 76% in più rispetto al 2005. Stando alle previsioni il titolo tratta perciò a sole 10 volte gli utili attesi per il 2006.

Tra i bancari ritengo che meriti attenzione Fnb [[(FNB)]] di Hermitage, in Pennsylvania. La società controlla banche anche in Ohio e Tennessee, ma il suo fiore all’occhiello è proprio First National Bank, con sede in Pennsylvania. Attualmente il titolo non è molto apprezzato tra gli analisti: su otto che la seguono soltanto due di loro assegnano un rating buy. Eppure Fnb ha anche un dividend yield del 5,6 per cento.

Inoltre, da ben 33 anni incrementa costantemente i suoi dividendi. Per parte mia, considero la distribuzione degli utili un parametro essenziale: soprattutto perché indica se il management crede o meno nella sostenibilità della crescita degli utili. Sempre in ambito finanziario, credo che gli investitori gradiranno le azioni di John H. Harland [[(JH)]], società che crea software e stampa libretti di assegni. Un giorno, forse, proprio gli assegni saranno la preistoria della moneta, ma oggi danno ancora i loro frutti.

A seguire, consiglio Forniture Brands International [[(FBN)]] di St. Louis nel Missouri, produttrice di mobili con i marchi Broyhill, Lane e Thomasville. La società è stata inserita anche nel paniere dello scorso anno: ha portato a casa un dignitoso 19%, dividendi inclusi, fino al 6 ottobre scorso. Ora, la recessione americana, che molti temono, rappresenta un rischio, ma penso che un dividend yield del 3,2% dovrebbe attenuare qualsiasi shock.

Indico poi Argonaut Group [[(AGII)]], società con sede a San Antonio nel Texas, specializzata nell’assicurazione sugli infortuni dei lavoratori e nella vendite di polizze per il settore auto e commercio. A 15 volte gli utili credo sia correttamente valutata. Come settima scelta vado su Komeg [[(KOMG)]], produttore di dischi per computer di San Josè in California. È un titolo che ho raccomandato già lo scorso anno a 29,69 dollari. In seguito è salita oltre i 53, scendendo poi agli attuali 33. Gli analisti stimano che gli utili 2006 di Komag (raddoppiati a 3,50 dollari per azione nel 2005) possano aumentare «solamente» del 31 per cento. A 8 volte gli utili ritengo sia sicuramente un buon investimento.

Trovo anche attraente Headwaters [[(HW)]] di South Jordan, nello Utah. La compagnia sviluppa processi per la produzione di carburanti sintetici (per esempio briquette di polvere di carbone), che commercia o cede in licenza a utility o altri clienti. Headwaters è cresciuta molto velocemente. Nel 2005 ha realizzato un utile di 121 milioni di dollari, a fronte di una fatturato pari a 1,06 miliardi. Nel 2000, solo cinque anni fa, il fatturato era di 27 milioni di dollari e gli utili pari a 3,7. Il titolo di recente è crollato del 36 per cento. È accaduto nel secondo trimestre di quest’anno, allorché alcuni suoi clienti hanno perso significative agevolazioni fiscali per l’utilizzo di carburanti alternativi. In ogni caso, a 9 volte gli utili e 0,86 volte il fatturato penso sia un affare.

Un altro esempio di crescita elevata è Fti Consulting [[(FCN)]] di Annapolis nel Maryland. La società fornisce servizi di consulenza in ingegneria e medicina legale. Le vendite sono salite a 540 milioni di dollari nel 2005 dai 134 milioni del 2000, mentre gli utili sono cresciuti a 56 milioni da 2,6. Ho raccomandato il titolo a cavallo tra febbraio e aprile 2004, quando quotava tra 16 e 17 dollari. Oggi scambia a 25. Penso che ci sia ancora spazio per un ulteriore upside, anche in presenza di un p/e di 18.

Infine consiglio Schnitzer Steel [[(SCHN)]] di Portland, in Oregon, per il terzo anno consecutivo. Le sue quotazioni attuali sono ai livelli del 2005 e del 2004. Schnitzer è un’acciaieria che tratta rottami attraverso la gestione di diversi «sfasciacarrozze» ad alto grado di tecnologia. Sarò ancora paziente, anche perché il titolo tratta solamente a 9 volte gli utili.

*Nato a Chicago il 19 aprile
1947, John R. Dorfman
si è laureato a 22 anni presso
la Princeton University e dopo
pochi anni (nel 1972)
ha conseguito un master
alla Columbia University.
Giornalista per oltre 34 anni,
11 anni dei quali trascorsi
al «Wall Street Journal»
(1986-1997), oggi è a capo
della Dorfman Investment
e collabora ogni settimana
con Bloomberg News.

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