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FANNIE E FREDDIE, SALE IL RISCHIO DI UN MAXI CRACK

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro la curva dei rendimenti ha evidenziato un rialzo dei tassi nella parte a breve termine della curva ed un calo sul lungo termine, ad eccezione del tasso a dieci anni rimasto pressoché fermo al 4,42%, con il differenziale 2-10 anni tornato in territorio negativo.

Sui mercati continua a pesare la crisi finanziaria che contribuisce al forte calo dei listini azionari. Sul fronte macro, il Pil finale del primo trimestre è risultato leggermente inferiore alla prima lettura, ed ha evidenziato un indebolimento dei consumi e delle esportazioni nette, mentre a guidare la crescita sono stati gli investimenti. Oggi l’attenzione continuerà ad essere focalizzata sul mercato azionario, soprattutto dopo la pesante perdita dei listini Usa. Sul decennale i supporti passano per 4,35% e 4,30%.

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Negli Usa i tassi di mercato sono calati su tutte le scadenze sulla scia del marcato ribasso dei listini azionari Usa che sono ufficialmente entrati nella fase “orso”. Lo S&P500 ha chiuso al valore più basso da fine luglio 2006 spinto dal forte calo del comparto finanziario. In calo anche i settori legati ai beni di consumo, tecnologici, industriali ed energetici. Il declino è stato innescato dalle azioni di Fannie Mae e Freddie Mac che hanno perso circa il 13% ed il 24%. Poole, ex membro della Fed che ha lasciato l’incarico a marzo, ha dichiarato che il Congresso dovrebbe riconoscere che le due agenzie sono di fatto insolventi e che consentire loro di esistere è un privilegio finanziato dai contribuenti. Le due agenzie sono infatti sponsorizzate dal governo che conta su di loro per rivitalizzare il mercato immobiliare.

Secondo indiscrezioni del Wsj il Congresso negli ultimi tempi avrebbe intensificato i colloqui per stabilire come agire nel caso una delle due società fallisse. Le due società possiedono o garantiscono circa 5.000 Mld$ di mutui, quasi la metà del debito Usa legato al mercato immobiliare. Nonostante il rating AAA gli operatori prezzano i cds su livelli molto inferiori (A2) e ieri Fannie Mae ha offerto un extra-rendimento di 74pb rispetto ai Treasury sulla nuova emissione a 2 anni da 3Mld$, il livello maggiore dal 2000 e triplo rispetto a quanto pagato nel giugno 2006.

Tornando al mercato obbligazionario governativo, lo spread 2-10 anni è salito lievemente da 140 a 143pb. Stabili le aspettative di inflazione. Oggi saranno molto attesi gli interventi di Bernanke e Paulson relativi all’andamento dei mercati finanziari davanti al Congresso. Sul decennale il primo livello di supporto si colloca intorno al 3,77-3,80%.

Valute: Dollaro in deprezzamento poco al di sotto della resistenza 1,5760. La successiva passa da 1,5840 circa. Il discorso di Bernanke del pomeriggio potrebbe rappresentare il mover principale della giornata. Il primo supporto si colloca a 1,5635 circa. Lo Yen si è lievemente apprezzato vs Euro e Dollaro durante la notte mantenendosi comunque in linea ai valori delle ultime sessioni. Verso Euro la resistenza si colloca a 168,90 mentre il supporto si colloca a 167,14. Nuovo record per lo Yuan cinese vs Dollaro.

Materie prime: recupero parziale del comparto dopo le perdite delle sessioni precedenti. Il greggio Wti, dopo un temporaneo rialzo dovuto al calo superiore alle attese delle scorte Usa, ha chiuso praticamente invariato. Tra i metalli industriali forti rimbalzi per piombo (+10,4%), zinco (+6,1%) e nichel (+4,1%). Il rialzo del piombo è stato guidato dal calo delle scorte al Lme che potrebbe segnalare un rafforzamento della domanda. Positivi i metalli preziosi. Contrastati gli agricoli con la debolezza di mais (-1,4%) e grano (-1,1%) ed il rialzo della soia (+1%).

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