New York – Azionisti in rivolta contro il mondo di Wall Street, esasperati da quei trucchetti che le grandi banche continuano a portare avanti a danno dei piccoli risparmiatori. L’ultimo caso che riempie le pagine dei giornali porta il nome di Facebook, ergo l’Ipo più attesa dell’anno che si è tradotta in un vero e proprio flop. Sul banco degli imputati Morgan Stanley che, prima dello sbarco in borsa del social network, responsabile dell’operazione di collocamento, ha tagliato le stime sui ricavi. Il sospetto e’ che ne abbia informato gli investitori in maniera selettiva.
A roadshow gia’ avviato, Scott Devitt, analista di Morgan Stanley, ha tagliato le stime sui ricavi di quest’anno per il social network (da piu’ di $5miliardi a $4,85 miliardi). Da chiarire se e quali clienti della banca e sottoscrittori dell’Ipo sono stati resi partecipi della decisione.
Nonostante il peggioramento delle stime, Morgan Stanley ha deciso di alzare la forchetta di prezzo di Facebook e farla sbarcare al massimo di questa, ovvero $38. All’ultimo minuto ha aumentato il quantitativo di azioni offerte del +25%. Il risultato e’ stato un collocamento flop, con il titolo che ha gia’ perso piu’ del 18% dal prezzo di assegnazione.
Rick Ketchum, a capo del Financial Industry Regulatory Authority, ha dichiarato che il comportamento di Morgan Stanley durante l’Ipo richiede un esame da parte delle autorita’ di vigilanza volto a capire se sia sfociato nell’illecito.
Ma gli azionisti hanno deciso di avviare un’azione legale non solo contro Morgan Stanley, ma contro la stessa Facebook e il numero uno, l’ad 28enne Mark Zuckerberg. Nel mirino anche altre banche che hanno aderito alla sottoscrizione delle azioni. E ancora, alla rabbia non è sfuggito neanche Nasdaq OMX Group, il mercato su cui è approdata l’azione; in questo caso, l’accusa è partita da un singolo azionista che ha accusato la piattaforma elettronica dei ritardi nel collocamento del titolo; ritardi che secondo l’azionista si sarebbero tradotte in forti perdite per gli investitori.
Oggi il titolo Facebook è positivo, sale fino a +3%. Ma ciò non basta a placare la rabbia degli azionisti. E il social network diventa il nuovo simbolo delle ingiustizie che i colossi di Wall Street perpetrano contro il mondo dei piccoli investitori.