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FACCIAMOCENE UNA RAGIONE GM VERSO IL FALLIMENTO

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(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro i tassi di mercato sono rimasti pressoché stabili sul lungo termine, mentre hanno registrato un rialzo sul breve termine. Il differenziale sul 2-10 anni è salito portandosi a 100 pb, mentre rimane oltre i 120 pb lo spread sul decennale Italia-Germania e quello Grecia-Germania si è portato in prossimità dei 200 pb.

La Germania, secondo riportato da FT, in occasione del summit UE ha dichiarato che il paese sta pensando alla possibilità di aumentare il pacchetto di aiuti già stanziato. Le nuove misure dovrebbero essere valide a partire da gennaio 2009. Sempre in Germania l’istituto di ricerca Ifo ha pubblicato le nuove stime di crescita che vedono un calo del Pil nel 2009 del 2,2%, il peggior calo dalla seconda guerra mondiale, mentre nel 2010 il calo dovrebbe essere dello 0,2%.

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Relativamente alla politica monetaria, Weber ha dichiarato di essere piuttosto cauto sull’idea di portare il tasso di riferimento sotto il 2%, suggerendo che in ogni caso nella riunione di gennaio non vi sarebbero informazioni sufficienti per adottare nuove decisioni sui tassi. Weber si unisce così ad altri membri Bce che sembrano puntare a mantenere il tasso di riferimento in prossimità del 2%. La tempistica di raggiungimento del livello dell’1% da noi atteso si sposterebbe pertanto al prossimo semestre in luogo del prossimo trimestre.

Negli Usa tassi di mercato in marcato calo dopo la bocciatura al Senato del piano di salvataggio delle case automobilistiche che rende più verosimile l’ipotesi di fallimento soprattutto di GM, che aveva esplicitamente dichiarato di non essere in grado di superare il 2008 senza il supporto governativo. A questo punto l’attenzione si rivolge nuovamente alle decisioni di Paulson in merito alla possibilità di utilizzare la quota residua (circa 20Mld$) della prima tranche del fondo Tarp (finora utilizzato per la ricapitalizzazione del sistema bancario) per venire incontro alle esigenze dei tre colossi di Detroit.

Paulson e lo stesso Bush si erano fino ad oggi opposti a tale ipotesi. La stessa Fed recentemente, ha esplicitante dichiarato che la banca centrale non può essere coinvolta in un eventuale piano di salvataggio di aziende diverse da quelle del comparto finanziario. La bocciatura del Senato è giunta a sopresa, soprattutto dopo che Obama aveva nuovamente ieri caldeggiato l’urgenza dell’approvazione del piano dopo i dati sulle richieste di sussidi settimanali per la disoccupazione (ai massimi da circa 26 anni), che hanno confermato la profondità della recessione in essere.

Allo stesso tempo, il dato sulla bilancia commerciale di ottobre ha evidenziato un allargamento del deficit reale, lasciando aperta la possibilità di una contribuzione negativa delle esportazioni nette di circa l’1% sulla crescita del Pil del trimestre in corso che pertanto potrebbe registrare un calo annualizzato di almeno il 4%.

Valute: Dollaro in forte deprezzamento ieri verso Euro sulla scia dell’effetto combinato dell’allargamento del deficit commerciale Usa di ottobre e di contestuali dichiarazioni da parte di alcuni membri della Bce di matrice Bundesbank segnalanti la possibilità di un temporaneo arresto nel processo di taglio dei tassi. L’annuncio della mancata approvazione del piano di salvataggio al Senato, ha nuovamente consentito al Dollaro un lieve apprezzamento verso Euro questa mattina, pur rimanendo in prossimità della soglia di 1,33.

L’eventuale conferma oggi della rottura dell’area 1,32, proporrebbe come obiettivo successivo la soglia di 1,35. Forte apprezzamento dello Yen verso Dollaro sulla scia del rifiuto del Senato Usa al salvataggio del settore auto ed il conseguente forte calo delle borse asiatiche. Il cross è sprofondato ai minimi degli ultimi 13 anni sotto soglia 90, un livello che mette in allerta il ministero delle finanze giapponese e che potrebbe portare ad un intervento sui mercati valutari a breve da parte del Giappone per limitare l’apprezzamento dello Yen. La nuova resistenza è collocata a 90,90. L’area di supporto si colloca a 87-87,50.

Materie prime: giornata positiva per le commodity trascinate dal forte rialzo del greggio dopo che l’Arabia Saudita ha annunciato di avere ridotto la produzione a Novembre più di quanto stimato dall’Iea. Positivi anche i metalli industriali guidati dal nichel (+8%). Tra i preziosi brilla l’oro (+2,2%) salito ai massimi delle ultime 8 settimane grazie alla debolezza del Dollaro. Segnaliamo però che in seguito alla votazione negativa del senato Usa c’è stato un forte calo del platino (-3,9%), utilizzato molto nel settore automobilistico. Il prezzo è sceso sotto quello dell’oro per la prima volta dal 1996. Tra gli agricoli in evidenza la soia (+3,2%) sulla notizie di esportazioni Usa in aumento nell’ultima settimana. Oggi la giornata potrebbe invece essere piuttosto negativa.

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