Economia

Marchionne: “mercati non hanno coscienza e morale”. Boom sfottò sui social

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Dagospia, come è suo solito, ha candidamente titolato “Ci vuole la faccia come il culo di Marchionne. “Il capitalismo va rivisto, oltre un certo limite il profitto diventa cupidigia, serve una buona coscienza, disse il manager che incassa 7 milioni di stipendio e 60 milioni di euro in stock option l’anno”. Nel fine settimana, la stampa italiana ha parlato anche di questo: ovvero, delle dichiarazioni che il numero uno di fca, Sergio Marchionne, ha rilasciato nel corso della cerimonia per i vincitori di un premio Luiss sulla finanza. La premiazione si è svolta presso la Rotman European Trading Competition, alla Luiss. Tutto questo, mentre

Marchionne:
“Non possiamo demandare al funzionamento dei mercati la creazione di una società equa” perchè “non hanno coscienza, non hanno morale, non sanno distinguere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è”. Ancora: “l’efficienza non è e non può essere l’unico elemento che regola la vita. C’è un limite oltre il quale il profitto diventa avidità e chi opera nel libero mercato ha il dover di fare i conti con la propria coscienza”. Marchionne, che ha indossato le vesti del moralista, ha affrontato diverse questioni: la crisi dei mutui subprime e delle banche,e ha ricordato anche la sua esperienza presso il colosso bancario UBS.

“Gli eventi e la storia hanno dimostrato che ci reggevamo su un sistema di governance del tutto inadeguato. Soprattutto, hanno evidenziato la necessità di ripensare il ruolo del capitalismo stesso, e di stabilire qual è il corretto contesto dei mercati. Sono una struttura che disciplina le economie, non la società”.

Quindi, ha proseguito, “se li lasciamo agire come meccanismo operativo della società, tratteranno anche la vita umana come una merce. E questo non può essere accettabile”.

Ovviamente, “la forza del libero mercato in un’economia globale è fuori discussione” e “nessuno di noi può frenare o alterare il funzionamento dei mercati” e “questo campo aperto è la garanzia per tutti di combattere ad armi pari”. Ma “il perseguimento del mero profitto, scevro da responsabilità morale, non ci priva solo della nostra umanità, ma mette a repentaglio anche la nostra prosperità a lungo termine”. E’ necessario insomma “creare le condizioni per un cambiamento virtuoso” e “per promuovere la globalizzazione che sia davvero al servizio dell’umanità”.

E nell’occasione, Marchionne ha anche detto che voterà si al referendum costituzionale.

“Non voglio giudicare se la soluzione è perfetta, ma è una mossa nella direzione giusta”, ha detto sottolineando che “l’unica cosa che interessa all’azienda è la stabilità del sistema”.

Ora, Dagospia riporta un articolo de Il Corriere del 7 marzo 2015

L’amministratore delegato di Fiat Chrysler, Sergio Marchionne, ha ricevuto per l’anno 2014 un compenso complessivo di 31,3 milioni di euro. La cifra emerge dal bilancio 2014 di Fiat Chrysler Nv, il primo dopo lo spostamento della sede legale in Olanda, che fornisce in trasparenza una serie di dettagli anche sulla remunerazione futura del top management e del Ceo.

L’importo assegnato a Marchionne è suddiviso in uno stipendio di 6,6 milioni, composto da 2,5 milioni di retribuzione fissa e 4 milioni di variabile, più una tantum per «specifiche transazioni ritenute eccezionali in termini di importanza strategica e di effetto sui risultati aziendali». Il riferimento è alla «visione e alla guida di Marchionne nel processo di formazione di Fca che ha creato enorme valore per l’azienda,i suoi azionisti, i suoi dipendenti e i suoi stakeholders».

Mentre si consuma la tragedia presso la Fiat di Pomigliano.

E’ il caso dei cinque ex operai della fabbrica automobilistica campana, che sono stati licenziati due anni fa dopo una manifestazione ritenuta offensiva dai vertici aziendali, in attesa della causa d’appello in programma al Tribunale di Napoli il prossimo 20 settembre.

“Macerie sulle case e macerie sui diritti: e stiamo tutti sotto le tende”, lo slogan fa riferimento al terremoto che ha devastato lo corso 24 agost: “Quando Renzi dice che non lascerà solo un terremoto, ma lo deve dire anche oggi, a chi vive a l’Aquila, che ancora oggi vive nelle tendopoli”.

I manifestanti ex operai sono stati estromessi dopo aver esposto nel giugno del 2014 un fantoccio di Marchionne “impiccato” con un cappio a un patibolo montato all’ingresso del reparto logistico Fiat di Nola, aggregato all’impianto di Pomigliano.

Ed è boom di sfottò sui social. Ecco alcuni post su sui Twitter: