(WSI) – L’economia dell’Eurozona è ancora in un «territorio di profonda recessione» ma i vari indici di fiducia e i mercati finanziari stanno cominciando a inviare primi segnali di un timido miglioramento. Questo il messaggio contenuto nel rapporto trimestrale sulla zona euro, compilato dai servizi del commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia. Senza timore di passare per gufo la commissione europea ha fatto il punto sulle luci e sulle ombre della fase congiunturale. I segni di stabilizzazione dei mercati finanziari sono evitanti (dall’andamento degli spread al miglioramento delle valutazioni del business e dei consumatori, la propensione al rischio più bassa, le migliori condizioni di finanziamento), ma le loro condizioni «restano fragili».
La commissione europea conferma che la ripresa arriverà l’anno prossimo, ma elenca almeno sei ragioni che indicano prudenza rispetto ai facili ottimismi sull’andamento dell’economia nei mesi che ci separano dalla (possibile) ripresa della crescita di segno positivo (secondo trimestre 2010 secondo le ultime stime di Bruxelles). Eccole così come le ha delineato il dg degli affari economici della commissione Ue Marco Buti: l’attività economica resta depressa con il pil nel primo trimestre in contrazione al tasso più veloce da decenni (-2,5%); l’attuale livello di fiducia è tuttora coerente con una contrazione dell’attività; correzioni sostanziali nelle scorte possono condurre a sorprese negative per la crescita; l’aumento della disoccupazione può minare la fiducia e pesare fortemente sulla ripresa; i bilanci delle banche restano fragili; la volatilità dei mercati finanziari a breve termine resta elevata rispetto ai livelli pre-crisi.
Bruxelles ritiene inoltre che le operazioni pubbliche a sostegno delle banche e dei mercati hanno evitato il tracollo finanziario. Recentemente l’emissione di titoli di debito da parte delle banche è tornata ai livelli pre-crisi e il funzionamento dei mercati interbancari è migliorato «anche se il ritorno a condizioni normali, cioè alla situazione precedente la crisi, è stato solo parziale». Va ancora «rimossa» l’incertezza degli investitori sulla qualità dei bilanci delle banche e sulla capacità di «molte banche di assorbire le perdite legate agli asset che possono deteriorarsi a causa del ciclo economico negativo».
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