Economia

Europa, venticello di fronda

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New York – In Europa cresce il numero di voci favorevoli alla modifica dei trattati fiscali, sia tra governanti che nuovi potenziali capi di stato, i quali insieme potrebbero cambiare i connototati dell’impianto fondante dell’Eurozona.

Francois Hollande, candidato socialista alla corsa presidenziale in Francia e in testa nei sondaggi, sta conquistando un nutrito gruppo di alleati nella campagna anti patto fiscale. Nel fine settimana il premier slovacco ha dichiarato: “Le sue opinioni sono molto simili alle nostre”.

Intervenuto all’emittente nazionale France 2 Hollande ha ribadito l’intenzione di rinegoziare il trattato fiscale, precisando che anche solo il fatto che alcuni abbiano iniziato a prendere in considerazione le possibilita’ di rinegoziazione e’ un successo: “dimostra che c’e’ una crescente consapevolezza che il trattato ha dei difetti”.

In un’intervista concesa a Le Monde, anche Sigmar Gabriel, presidente dei Social-Democratici tedeschi ha difeso la posizione del politico francese. “Non dice di opporsi in toto al trattato e ha assolutamente ragione, quando dice che il patto va nella direzione in cui dovrebbe andare solo a meta’”.

Hollande puo’ contare su un altro importante alleato in Spagna, dove il segretario generale del partito socialista nazionale, Alfredo Perez Rubalcaba, ha definito “indispensabilie condurre un colloquio per completare il trattato in modo che la crescita venga posta davanti all’austerita’”.

Dello stesso parere e’ il neoletto premier slovacco Robert Fico, che ha definito le opinioni espresse da Hollande, “molto simili alle nostre”.