New York – L’Europa politica sta perdendo i pezzi: dopo il collasso del governo olandese oggi e’ stata la volta di quello rumeno, che ha dovuto fare un passo indietro dopo soli due mesi e mezzo dall’assegnazione dell’incarico. Decisiva e’ stata la pesante sconfitta incassata in un voto di sfiducia.
Con 235 voti su 460 contrari all’esecutivo, quattro in piu’ del minimo richiesto, il parlamento ha aperto ufficialmente la crisi. Ci potrebbero volere mesi per scegliere un sostituto del presidente del Consiglio uscente Mihai Razvan Ungureanu.
Il governo di centro destra e’ finito nell’occhio del ciclone per via delle misure di austerita’ imposte alla popolazione, ma anche per i casi di nepotismo e corruzione. Tutti fattori che hanno portato a manifestazioni violente e rabbia tra i cittadini.
Il governo e’ salito al potere a febbraio di quest’anno. Il cuore della contesa riguarda la mancanza di trasparenza nelal vendita di asset pubblici. Il presidente Traian Basescu, che ha un ruolo simile a quello di Giorgio Napolitano da noi, ora dovra’ nominare un nuovo primo ministro, che dovra’ presentare al parlamento il suo programma.
Il leader dell’opposizione Victor Ponta ha definito il voto storico “la fine di un sistema abusivo che usa ogni arma a sua disposizione per raggiungere i propri scopi”.
Dallo scoppio della crisi si sono sciolti gli esecutivi di Irlanda, Portogallo, Grecia, Italia, Spagna, Slovenia, Slovacchia e Finlandia.
[ARTICLEIMAGE]
La Romania e’ entrata a far parte dell’Unione Europea, insieme alla Bulgaria, il primo gennaio 2007. Da allora il paese ha fatto enormi progressi, rinnovando il sistema giuridico e la cooperazione legale con gli altri stati membri, nel tentativo di combattere il cancro della corruzione.
Solo nel 2006 Romania e Bulgaria venivano additati come i due paesi piu’ corrotti dell’Ue. Secondo Transparency International, dati del 2009, Sofia, Atene e Bucarest rimangono le tre entita’ piu’ afflitte dal problema nel blocco a 27.